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Lo strano caso di Mourinho al Real Madrid


Lo strano caso di Mourinho al Real Madrid
La questione "Mourinho al Real Madrid" suona strana, talmente esibita, strombazzata, perfino pubblicizzata dal Real e dallo stesso protagonista che si stenta a credere sia veramente a questo punto. E cioè che Mourinho, dopo la finale di Champions League di sabato, molli veramente tutto, l'Inter e soprattutto il calcio italiano che tanto detesta, e parta per Madrid. E suona molto strano anche che la vicenda sia praticamente il seguito dello scorso anno, quando Mourinho disse che sarebbe rimasto all'Inter al 99% fino a quando Moratti gli strappò il 100% con un paio di milioncini a riempire il piccolo vuoto d'incertezza. Che Mou finisca prima o poi al Real Madrid è molto probabile, ma che ci vada domenica prossima continuo a trovarlo, comunque, incredibile. Se finisse veramente così, se cioè Mourinho annunciasse il suo passaggio al Real subito dopo la finale di Champions, beh vorrà dire che in questi giorni ha intensamente lavorato - lui e il suo procuratore s'intende - per far vincere l'Inter ma anche per abbandonarla subito dopo. E a me non sembrerebbe proprio carino, anzi... Eppure il calcio intero trova tutto questo, normale, logico, scontato, non si fa domande.

La vicenda "Mourinho al Real Madrid" - addirittura già si parla del nuovo allenatore dell'Inter andando da Capello a Mihajlovic... - è strettamente connessa alla finale di Madrid contro il Bayern Monaco: non si è mai visto che prima di una partita del genere, la più importante per l'Inter da 45 anni a questa parte, la partita delle partite in quasi mezzo secolo di storia nerazzurra, si discuta così a fondo della probabile, anzi sicura dicono, partenza del suo allenatore. E su chi prendere dopo di lui già da domenica. Certo a Lippi 4 anni fa col Mondiale di Germania successe più o meno la stessa cosa, vinse dopo aver già annunciato l'addio ai suoi stessi dirigenti. Ma non sbandierò accordi con un'altra nazionale o un club, rimase fermo. Il messaggio anche abbastanza esplicito che ci sta dando Mourinho, a 48 ore dall'evento, è più o meno questo: vinco e me ne vado. Vinci? Te ne vai? E ne parliamo adesso?


La vicenda è talmente grossa e incredibile, da far sorgere dei dubbi sulla sua stessa inevitabilità. Forse Mourinho cavalca l'interessamento del Real e lo asseconda perché questo fa parte della sua strategia, ormai consolidata. Sfrutta le vicende personali e le polemiche che continuamente lo investono per fare da parafulmine alla squadra, perché i giocatori non abbiano distrazioni e al tempo stesso tenere alta la temperatura dello scontro. Tutto ciò fa parte di un piano? Né più né meno come mettere Pandev o Balotelli? Uno si fa venire dei dubbi, perché non è facile convincersi che sia tutto vero...

In ogni caso tutto questo, che sia un piano strategico di Mou o che veramente vada al Real al 100%, mi sembra molto rischioso. La sensazione che si ricava da quando il campionato è finito è che l'Inter abbia già la Champions League in tasca. Come si fosse sicuri della superiorità dell'Inter nei confronti del Bayern. Come se il destino passasse per intero attraverso il suo leader e non prima attraverso i giocatori che quella Coppa dovranno faticare e soffrire: senza alcuna certezza tra l'altro di averla già conquistata. Lo stesso evolversi della questione "Mourinho al Real Madrid" conferma nella sostanza questa quasi certezza. Il Real Madrid sta cioè correndo a prendere il miglior allenatore in circolazione, è disposto a pagarlo quello che vuole, perfino la penale che c'è da saldare all'Inter, per ingaggiarlo. La valutazione di un allenatore certamente non può cambiare in base al risultato di una finale di Champions League - ha fatto comunque il massimo e rimane un grandissimo, sia che vinca o che perda - però è chiaro che comunque il risultato della finale cambia le cose e i destini. E potrebbe cambiare, secondo me, anche quello di Mourinho: non sai mai cosa lascia una finale del genere, che sviluppi può avere.

Come al solito, nessuno mette in discussione Mourinho come allenatore e come leader di un gruppo, nessuno mette in discussione i suoi indiscutibili risultati: è quanto gli succede (e fa succedere...) intorno che lascia interdetti. Tutti dicono, probabilmente con una certa ragione: se Mourinho vincesse la Champions League porterebbe l'Inter a un risultato storico, la condurrebbe a riconquistare il trofeo più importante dopo 45 anni, conquisterebbe in una stagione, per la prima volta nella storia del calcio italiano i tre tornei più importanti (Champions League, Scudetto e Coppa Italia) e quindi non avrebbe più nulla da ottenere dall'Inter. A quel punto potrebbe solo andare via. Ma nessuno ha ricordato al portoghese due o tre dettagli, altre possibili imprese che qualora se ne andasse dovrebbe ricominciare da capo, come nei livelli di un video-gioco: la Coppa Intercontinentale che già non disputò col Porto nel 2004 in quanto rescisse il contratto subito dopo la vittoria in Champions per andare al Chelsea, la possibilità di conquistare il sesto e magari un settimo scudetto consecutivo con l'Inter (mai riuscito a nessuno nella centenaria storia del football italiano) e soprattutto la possibilità di fare il bis con l'Inter in Champions League, altra impresa storica. Sono venti anni esatti che nessuno riesce a fare la doppietta di Coppa dei Campioni: l'ultima volta capitò al Milan di Sacchi, nell''89 e poi nel '90.

Insomma se Mou volesse restare avrebbe tutte gli stimoli che vuole, l'alibi che all'Inter non avrebbe più altro da vincere non regge: restare fornirebbe stimoli tanti quanti ne fornirebbe il rilancio del Real Madrid. E questo ragionamento parte dalla base che l'Inter la vinca la finale di Champions. Se non succedesse, a maggior ragione, possibile che Mou molli? Possibile che il calcio italiano gli stia così sullo stomaco per mollarlo dopo essere arrivato a un passo dal paradiso?

Detto questo dove andrà e cosa farà Mourinho dovrebbe vedersi dopo, l'importante adesso è altro.

Due tifose scrivono allo Special One


© foto di Federico De Luca

"Grande Mou, volevo complimentarmi con Lei per il meraviglioso lavoro che sta facendo all’Inter. Sei sicuramente nato per vincere !!! Ma le tue vittorie sono dettate dal lavoro intensivo che svolgi con la squadra, dall’impegno quotidiano e dalla Forza, dal Cuore e dall’Anima di un uomo che crede in quello che fa, “respira” le emozioni del calcio e vive empaticamente questa grande passione.

Magari ognuno di noi, nel suo piccolo, lo facesse nella propria vita e nel proprio lavoro! Ma, purtroppo non è così! Avrà capito che in Italia c’è tanta ipocrisia, nel momento in cui chi dice la verità viene attaccato personalmente e “mediaticamente”, al fine di screditarlo. Lottare contro i poteri “forti” non è facile, capisco Lei, quando non riesce a capire “strane coincidenze” che avvengono in alcune partite e le si chiede di “abbassare i toni”. Chi giudica non è assolutamente esente da colpe!

L’Inter è una squadra onesta, che con i suoi tifosi, ha sofferto tantissimo nel corso di tanti anni, quando non si vinceva nulla; è una squadra di “grandi uomini” e di “grandi professionisti” che pensano con la “testa”, agiscono con la “forza e il carattere” e vivono con il cuore. Testa, Cuore, Forza ed Anima di un fantastico “Direttore d’orchestra” , Josè Mourinho, capace e meritevole di coniugare tutti per essere vincenti ovunque e comunque.

Le avversità fortificano, le ingiustizie deludono, ma il Cuore resta, e questo Lei Grande Mister, noi interisti non lo dimentichiamo, per questo la invito a non mollare, a non lasciare l’Inter, sarebbe questo sì un grande dispiacere. Lei è semplicemente amato per quello che è, per le grandi emozioni che ci regala e penso che questo sia di grande valore, regalare gioia a tanta gente che crede in Lei e la esorta a continuare con grande coraggio.

Le chiedo di restare, l’Inter senza di lei non sarebbe più la stessa. Lei è capace di infondere forza e coraggio alla squadra, la sua Grande personalità è un valore aggiunto che non si può sostituire, la sua professionalità è pregevole e soprattutto la sua Umanità suscita tanta ammirazione. L’affetto che tanti tifosi interisti Le stiamo dimostrando, non si può dimenticare facilmente, per questo la esorto a ripensarci e perché no! potrebbe regalarci una sorpresa: RIMANERE CON NOI!!!

Non pensi alle considerazioni dei media, dei “poteri forti”, ma soltanto all’Inter, al Presidente che è un “grande uomo” e soprattutto all’Italia interista che la ama tantissimo. Intanto, vorrei Augurarle Buon Lavoro, tanta serenità e tanti sorrisi gioiosi….
ad un Grande come Lei, onesto intellettualmente e “paroliere” di verità!

Da un’Interista da sempre, nel cuore e nella mente…"
Maria Grazia


"Caro Mourinho,

Essere interisti non è semplice, lo so, giochiamo sempre contro tutti e contro tutto, nulla è scontato, le emozioni sono amplificate, però se ti affezioni a questo mondo lo porti sempre nel cuore. Ecco perchè devi rimanere con noi. Se te ne andrai mi rimarranno di te splendidi ricordi, grandi battaglie, molte vittorie. Ma io, anzi noi interisti non vogliamo ricordi, vogliamo presente e futuro.
Ecco perchè devi rimanere con noi e far parte del nostro presente e del nosto futuro.

Ad Appiano c’era un cartello giallo con una scritta nera che diceva : ‘’ SpecialOne, se te vai, con te se ne parte la primavera…’’. Ma non vogliamo che la primavera se ne vada, vogliamo che rimanga nei nostri cuori, nelle nostre menti e nei nostri occhi a lungo.
Ecco perchè devi rimanere con noi

Tu dici che non sei l’allenatore più forte al mondo, ma non c’è nessuno più forte di te. L'INTER non è la la squadra più forte al mondo, ma non c'è nessuna squadra più forte di lei. Ecco perchè devi rimanere con noi .

Penso che non ci sia interista che non voglia ringraziarti per tutto quello che hai fatto per questa INTER che spesso veniva dileggiata, e qualche volta offesa. Con te è rinvigorito il grande orgoglio che abbiamo per questa maglia, per questi colori.
COMUNQUE VADA GRAZIE MISTER"

Zanetti fa 700 proprio nella serata più importante

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700 e non sentirle. Javier Zanetti, capitano dell’Inter, ‘l’uomo bicentenario’, tanto per fare una citazione cinematografica, raggiunge questa incredibile quota di gettoni con la maglia nerazzurra proprio nella serata che ha sempre sognato, quella serata per la quale ha sgobbato in campo, ha macinato chilometri, ha versato lacrime nell’Euroderby del 2003. Zanetti è la linea di continuità della prima Inter di Massimo Moratti, farcita di ottimi campioni ma poco vincente e la seconda, quella che ha imparato la cultura della vittoria laureandosi più volte Campione d’Italia, alla ricerca della specializzazione europea. Zanetti è stato sempre lì, nella gioia e nel dolore, come uno sposo fedele che non abbandona mai la sua dolce metà. Ha tirato sempre la carretta il capitano sin dal primo momento in cui è arrivato in nerazzurro, nel giugno del 1995. Un 22enne timido, introverso e silenzioso. Bergomi e Pagliuca, senatori di quel gruppo, lo descrivevano come un tipo tranquillo e silenzioso, molto sulle sue. Stesso discorso che i tifosi hanno sempre affrontato anche quando gli sono stati passati i gradi di capitano. ‘E’ troppo educato per essere duro’, gli dicevano, e lui ha risposto di portare rispetto per tutti.

Rispetto e vita sana. Questi sono i dettami di vita seguiti da Javier Zanetti. Rispetto per le persone che gli sono attorno, sempre e comunque, l’amore per la moglie, i figli e per mamma e papà. Oltre a grandi dormite, come testimonia su moglie Paula: “Sì, è un gran dormiglione, va a letto presto”. Qualità quelle del capitano sottolineate dal presidente, che ammette che Zanetti ha 10 anni di meno rispetto a quanto dica la sua carta d’identità e perciò può giocare fino ai 40 anni. Complimenti replicati anche da un grande del nostro calcio, quello europeo, come Ryan Giggs, che lo ha esaltato come il difensore più forte contro cui abbia mai giocato. Complimenti accettati dal capitano con orgoglio, perché quella riconoscenza, quel rispetto e quella umiltà, caratteristiche dell’uomo prima che dell’atleta, sono le stesse che durano nel tempo e che gli hanno consentito di raggiungere quota 700.

CALCIO, REAL; 'AS': MOU VORREBBE MILITO, MAICON E KOLAROV


MADRID,20 MAG- La stampa spagnola ha pochi dubbi sull'imminente passaggio al Real di Jose' Mourinho che gia' annuncia la 'lista della spesa' del portoghese.

Secondo As Mourinho chiedera' per la prossima stagione al presidente Florentino Perez di comprargli 'un laterale potente, 2 centrocampisti e un attaccante'. I nomi dei preferiti: gli interisti Milito e Maicon e il laziale Kolarov.

Fra i giocatori in alternativa il romanista De Rossi, David Luiz, Di Maria e Coentrao del Benfica e David Silva del Valencia.

V. Rossi: "Mou va via? Dispiace, ma lo capisco"

"Guarderò con amici la finale di Madrid"

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Intervistato da Le Mans, dove sarà impegnato nel GP di Francia domenica che non gli precluderà la possibilità di guardare la finale della sua Inter sabato, Valentino Rossi parla del momento nerazzurro: “Sabato sera, dopo che avremo finito il nostro lavoro in pista, mi concentrerò per la finale - ammette il centauro di Tavullia - per l'Inter è un grande momento, ma quello di sabato è il 'main event'. Vedrò la gara davanti alla tv, con amici che tifano solo Inter, come ho sempre fatto quest'anno. Mourinho? E' un genio, sta attento a ogni piccolo dettaglio. Io spero che rimanga in nerazzurro. Mi dispiacerebbe se andasse via. Però se vince tutto lo capisco, potrebbe solo fare peggio il prossimo anno”.

Bayern M.-Inter: arbitra Howard Webb


MILANO - Sarà l'arbitro inglese Howard MeltonWebb a dirigere la finale di Champions League tra Bayern Monaco ed Inter, in programma sabato 21 maggio allo stadio Santiago Bernabeudi Madrid.

Per Webb due precedenti ufficiale finora con i nerazzurri: Inter-Cska Mosca, 1-0 del 31 marzo 2010, gara di andata dei quarti di finale della Uefa Champions League 2009-2010; Inter-Anorthosis 1-0, del 22 ottobre 2008, matchday 3 della Uefa Champions League 2008/09.


"Milito-Eto'o, duri da fermare per il Bayern"

Giuseppe Sculli: "In difesa i tedeschi sono vulnerabili"

A Genova, insieme a Mimmo Criscito, era il grande amico di Diego Milito: l'attaccante del grifone rossoblù, Giuseppe Sculli, pensa al suo ex compagno di squadra e commenta la sfida di sabato: "Diego è carico e impaziente: vuole vincere la coppa e, secondo me, ci riuscirà. Lo sento spesso per telefono e non vede l'ora di giocare la finale col Bayern. Io penso che i tedeschi sono vulnerabili in difesa. Poi la coppia Milito-Eto'o è dura da contrastare per i loro centrali...".

Da Madrid: Inter in hotel, Mou tra i tifosi nerazzurri e quelli del Real...

Grandi novità anche per la giornata di domani.

© foto di Alberto Fornasari

Arrivano novità e curiosità direttamente da Madrid, dove l'Inter si trova aspettando sabato sera per la grande finale contro il Bayern Monaco al 'Santiago Bernabèu'. Dopo la seduta di allenamento della quale vi abbiamo parlato poco fa, intorno alle 19.35 il pullman dell'Inter ha riportato la squadra nell'hotel spaziale in cui alloggia, lo stesso dove il Real Madrid si appoggia per i ritiri pre-partita. Il primo a scendere dal bus è stato Thiago Motta, lui che è squalificato e che sabato sarà soltanto in tribuna; si notano anche Eto'o e Maicon molto rilassati, ed è sceso ovviamente anche il capitano, Javier Zanetti, che è stato l'unico a fermarsi vicino ai tifosi nerazzurri che lo acclamavano per firmare autografi e regalare loro un saluto che ha fatto andare in visibilio la folla.

Ma la curiosità più grande riguarda lui, l'uomo del momento: Josè Mourinho. All'esterno dell'hotel, ad aspettare l'Inter, oltre ai tantissimi tifosi nerazzurri che hanno intonato numerosi cori proprio per il portoghese chiedendogli di restare, c'era anche un folto gruppo di tifosi del Real Madrid. Agli spagnoli, riferisce Sky Sport 24, nel pomeriggio Mourinho ha riservato un sorriso ed un saluto, ed è apparso comunque molto sereno e concentrato. Intanto, verso la giornata di domani arrivano grosse novità: sbarcherà a Madrid, invitata dal presidente Moratti, quasi tutta la 'Grande Inter', tra cui anche Jair direttamente dal Brasile. Anche lo stesso presidente arriverà domani per presenziare alla cena di gala. Ultima curiosità: alla conferenza stampa di domani, i giocatori che parleranno oltre a mister Mourinho saranno tre, e non uno solo come accade abitualmente. Ma i nomi, quelli li sapremo solo domani.

Julio Cesar (e Mou) giocano a carte coperte

Il portiere non svela nulla circa le idee di Mou. Del quale dice: "Da solo spaventa gli avversari!"

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Alla vigilia della finale di Champions League, ha parlato il portierone nerazzurro Julio Cesar. Che in primo luogo ha elogiato il suo tecnico Mourinho, svelandone una dote particolare. "Mourinho è un tipo sistematico, preciso, che prende molto sul serio quello che fa. Lui da solo spaventa gli avversari", ha assicurato l'estremo brasiliano.

Sull'incontro con il Bayern, Julio Cesar non ha voluto rivelare nessun dettaglio sulle tattiche di Mou per fermare gli uomini di Van Gaal: "Per adesso questo è un segreto. Deve assistere alla partita di sabato per saperlo...".

La Grande Inter si paragona a quella di oggi


Il Corriere dello Sport ha fatto un parallelo tra la squadra nerazzurra di oggi e quella storica, la Grande Inter, la cui formazione viene oggi recitata come una sorta di cantilena. Erano loro in campo, 45 anni fa, a vincere l’ultima Coppa dei Campioni nel diluvio di Milano contro il Benfica. Sarti, Burgnich, Faccetti, Bedin, Guarneri, Picchi, Jair, Mazzola, Peirò, Suarez, Corso sono stati raggiunti dal Corriere dello Sport, che li ha messi a confronto con l’undici odierno. LaGrande Inter di ieri, inoltre ha parlato dell’ultima Champions vinta, a Milano nel 1965 contro il Benfica, unanimemente definita come gara bruttina, facendo inoltre un augurio agli uomini di Mourinho. Non manca il parallelismo tra Helenio Herrera e Josè Mourinho, come sottolinea la vedova del Mago, la signora Fiora Gandolfi: “Helenio e Josè avevano la stessa personalità e difendevano al meglio la squadra”.

I grandi di ieri hanno tessuto le lodi di quelli di oggi, a cominciare dal portiere Giuliano Sarti, che ha detto su Julio Cesar: “La sua grande qualità è la costanza di rendimento. Ha avuto anche lui un periodo di appannamento ma tutto sommato l’Inter è al sicuro con lui in porta. I nerazzurri sono una grande squadra e la Champions potrebbe essere la ciliegina sulla torta”. Tarcisio Burgnich invece parla di Maicon e delle due squadre: “Difensivamente non è un fenomeno ma quando si tratta di spingere lo fa meglio di un’ala d’attacco. Io ero marcatore, lui invece trascina la squadra e può giocare contro chiunque. L’Inter di oggi e quella mia si somigliano molto. Entrambe sono formate da un grande gruppo di uomini”. Gianfelice Facchetti, figlio dell’indimenticato Giacinto, paragona il padre al capitano, Javier Zanetti: “Merita di vincere e sollevare la Coppa come mio padre. E’ un esempio per tutti e sta scrivendo la storia dell’Inter. Si merita il trionfo europeo”.

Gianfranco Bedin si dice onorato dal confronto con Dejan Stankovic: “Sono molto onorato dal paragone con Stankovic, un grande giocatore, capitano della Serbia e giocatore di livello mondiale. Spero che faccia qualche gol dei suoi. Della mia finale ricordo che riuscì a limitare Eusebio grazie ad un grande lavoro di squadra. Zanetti e compagni meritano questo trionfo”. Aristide Guarneri si rivede in Walter Samuel: “Ci somigliamo parecchio specie nella caratteristiche fisiche e nel gioco aereo. Samuel è un muro, uno dei migliori al mondo”. Arrivano poi i complimenti alla squadra: “Un grande gruppo quello di Mourinho, come il nostro. Sono molto attaccati alla maglia. La nostra finale fu bruttina, ma trovammo il gol e lo difendemmo. Spero che accada così anche sabato”. Leo Picchi, figlio del grande capitano di quella squadra, ricorda il genitore Armando, in un confronto con Lucio: “Hanno la stessa luce negli occhi. Sin dal primo momento che ho visto il brasiliano ho rivisto mio padre. Sono pressoché uguali. Affabili e gentili al di fuori del campo, due furie dentro. Mio padre sarebbe rimasto senz’altro felice di questa talentuosa squadra”.

Si chiude con il quintetto di talento; si parte dall’ala Jair, autore del gol decisivo a Milano contro il Benfica, nel maggio 1965: “Auguro a Balotelli o Pandev di essere decisivi. Sono molto diversi da me, visto che sono delle vere e proprie punte. Auguro di fare una grande gara, indistintamente da chi giocherà. Spero che l’Inter coroni una grande stagione vincendo sabato”. Sandrino Mazzola parla invece di Wesley Sneijder: “Sneijder mi piace molto, ha velocità e tecnica, ma io ero più offensivo di lui. Le sue doti tecniche migliori sono il tiro, forte e preciso, ed è abile a servire i compagni con ottimi palloni.Sono due squadre, la nostra e la loro, molto forti, con la stessa determinazione, ma è difficile fare paralleli tra i calciatori”. Joaquin Peirò tifa per Milito: “Faccio il tifo per Diego. L’ho sempre seguito, sia in Spagna che in Italia. Merita di segnare il gol decisivo e l’Inter merita di vincere questa coppa, di imitarci”.

Luisito Suarez invece parla di Esteban Cambiasso, metronomo nerazzurro: “Quando ero in Spagna, al Barcellona, giocavo alla Sneijder, in Italia sono arretrato e giocavo come fa oggi Cambiasso. E’ un grande giocatore, gestisce al meglio la squadra. Spero che i nerazzurri coronino con questa coppa questa grande stagione”. In chiusura, Mario Corso ha parlato di Samuel Eto’o: “Io ero ala, lui è una punta. Mourinho lo ha adattato a giocare più dietro ma garantisce sempre gol e corsa. Elementi importanti per la squadra, così come l’equilibrio tattico che garantisce. L’Inter è una squadra di primissimo livello. Spero che sabato vinca la coppa”.

Oriali: "Noi in finale col gioco, il Bayern anche con aiuti arbitrali!"


© foto di Giuseppe Celeste/Image sport

Il dirigente nerazzurro Gabriele Orialiha parlato direttamente da Madrid, dove c'è un entusiasmo straordinario. L'ex mediano della Beneamata ha concentrato tutta la sua attenzione, ovviamente, sulla finale di sabato, e non si è tirato indietro quando c'è stato da attaccare il Bayern Monaco: "Tutte e due le squadre hanno le stesse possibilità di vincere. Noi siamo arrivati in finale attraverso belle prestazioni, attraverso il gioco e sconfiggendo formazioni che erano state accreditate come quelle che avrebbero dovuto vincere la Champions. Il Bayern è arrivato in finale attraverso alcuni risultati contro formazioni di prestigio come Manchester United e Lione ma anche passando attraverso il buco della serratura contro la Fiorentina, per decisioni arbitrali discutibili. Ma conosciamo i tedeschi, non sono mai morti, lotteranno fino alla fine per cercare di vincere".

Poi, Oriali ha spazzato in secondo piano il futuro di Josè Mourinho: "Non possiamo disperdere energie mentali per pensare al futuro, siamo tutti concentrati nel fare il possibile per alzare questa Coppa. Il presente è la partita di sabato, siamo concentrati soltanto sulla finale". Infine, commento sull'ambiente: "C'è stata un'accoglienza straordinaria", ha concluso Oriali.

Beccalossi: "Mihajlovic è un candidato serio"

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Fonte: Telelombardia
Dai microfoni di Telelombardia, Evaristo Beccalossi parla del futuro dell'Inter, e dell'ormai probabile cambio di panchina: l'ex nerazzurro da fonti personali ammette i contatti tra Mihajlovic e la dirigenza interista, e dice che il tecnico del Catania piace molto: "Sinisa fa parte di una lista di nomi molto in vista a Palazzo Saras: questo è sicuro, con Benitez è il candidato più serio per approdare sulla panchina dell'Inter. Moratti lo stima molto per il suo passato in nerazzurro".

L'Inter è a Madrid! Mou: "Spero che i tifosi del Real sabato tifino per noi"


© foto di Federico De Luca

Dopo circa un'ora e trenta di volo, l'Inter è arrivata qualche minuto fa nella capitale spagnola, Madrid. La squadra di Josè Mourinho è dunque sbarcata nel luogo del sogno, nella città che ospita la finale di Champions League che rappresenta la massima aspirazione di ogni giocatore. In questi attimi, la squadra sta raggiungendo l'Hotel che la ospiterà per le prossime notti, prima della notte che conta davvero, quella di sabato, quando al Santiago Bernabèu si sfiderà il Bayern Monaco di Van Gaal per aggiudicarsi la Coppa dalle grandi orecchie. Secondo indiscrezioni che ci arrivano, sia durante il viaggio che adesso si è percepita nei ragazzi una grande carica, convinzione, voglia di far bene, tutto con uno sfondo composto da entusiasmo e concentrazione. All'arrivo nella capitale spagnola la squadra di Mourinho è salita sul pullman del club nerazzurro, partito due giorni fa da Milano. Alcuni tifosi erano già presenti nello scalo spagnolo e hanno sostenuto la squadra con cori e urla di gioia. A quel punto, Josè Mourinho ha rilasciato una rapida dichiarazione, come riporta Sky Sport 24: "Spero che i tifosi del Real Madrid tifino per l'Inter nella finale di sabato".

Al centinaio di tifosi che ha voluto salutare l'Inter non era rimasto dunque che intonare cori (praticamente tutti per l'allenatore José Mourinho), alzare le mani in segno di saluto e scattare qualche foto ricordo. "Vamos a Madrid" è stato l'augurio scritto su uno striscione bianco appeso da alcuni tifosi alla rete che separa la strada dalle piste. La giornata di domani prevede una seduta intorno alle ore 17.00 al centro sportivo 'Ciudàd Real Madrid', assolutamente chiusa a stampa e pubblico, in cui Josè Mourinho potrà provare i suoi schemi veri in vista della finale. Il giorno dopo, venerdì, alla vigilia, l'allenamento sarà invece aperto a tutti, e dunque JM sarà impossibilitato a svolgere una seduta che possa corrispondere alla realtà del giorno dopo per evidenti motivi tattici. Adesso siamo nel sogno: aspettando sabato, godiamoci Madrid. Sperando che sia più dolce che mai...

ESCLUSIVA - Bizzotto: "Vi svelo tutti i segreti del Bayern Monaco"


Stefano Bizzotto impegnato in un'intervista
Stefano Bizzotto impegnato in un'intervista

La sfida tra Inter e Bayern Monaco merita un focus particolare: i bavaresi, infatti, da gennaio a questa parte, sono stati letteralmente trasformati da Louis van Gaal. L’allenatore olandese, nella finestra di mercato invernale, ha sfoltito la rosa e si è concentrato su un gruppo ristretto di giocatori che hanno centrato la finale di Champions, hanno vinto la Bundesliga e la Coppa di Germania. FcInterNews.it ha intervistato Stefano Bizzotto, giornalista di Rai Sport, conduttore televisivo e grande esperto di calcio internazionale per scoprire quali sono i segreti, i punti di forza e quelli deboli di questo Bayern.

Bizzotto, quale undici schiererà Louis van Gaal sabato sera?

“Il Bayer Monaco, da mesi, scende in campo sempre con i soliti uomini. Stando a quanto visto nelle ultime uscite, e tenendo conto dell’assenza di Ribery, credo di non sbagliare di molto nell’ipotizzare questo schieramento”.

Prego.

“Butt in porta; difesa a quattro con Lahm a destra, Demichelis e Van Buyten coppia centrale e Badstuber a sinistra; a centrocampo – da destra a sinistra – il quartetto composto da Robben, Van Bommel, Schweinsteiger e Altintop; in attacco la coppia Olic-Muller”.

Un 4-4-2 classico, insomma.

“È così, in effetti: ma potremmo anche vedere un 4-4-1-1 con Olic unica punta e Muller arretrato; o un 4-2-3-1 con Robben, Muller e Altintop alle spalle dello stesso Olic”.

Altintop, dunque, sostituirà lo squalificato Ribery.

“Credo di sì: le varianti sono rappresentate da un Muller spostato sulla fascia sinistra con Klose o Gomez in attacco al fianco di Olic”.

Qual è il punto debole di questa squadra?

“La coppia centrale difensiva Demichelis-Van Buyten: sugli spazi stretti vanno in difficoltà, mentre sulle palle alte potrebbero avere il sopravvento”.

E poi?

“C’è da considerare che Badstuber è adattato a laterale sinistro: lui è un centrale difensivo”.

A centrocampo, invece?

“Van Bommel e Schweinsteiger meritano rispetto e valgono l’Inter”.

Mentre in attacco?

“Olic e Muller hanno fatto bene fino ad ora, sono cresciuti moltissimo ed hanno avuto la meglio su difese quotate come il Lione o il Manchester United”.

Che opinione ha dei bavaresi nel complesso?

“Sono un buon team, ben messi in campo da Van Gaal che in questi mesi ha lavorato molto bene: meritano rispetto”.

Chi è più forte tra Inter e Bayern Monaco?

“L’Inter, ma di poco”.

Mourinho cosa farà?

“Gran parte della formazione potrebbe essere già decisa: le novità potranno venire dalla posizione di Zanetti, se giocherà esterno sinistro basso o a centrocampo o se Balotelli giocherà dal primo minuto al posto di Pandev”.

Chi può essere decisivo tra le fila dei bavaresi?

“Credo che Robben rappresenti la mina vagante: nel corso della stagione ha risolto molte partite ed è stato spesso decisivo con i suoi assist e i sui gol. E le sue reti, molte delle quali spettacolari, non sono mai un caso”.

Se la sente di fare un pronostico?

“Come detto l’Inter ha qualcosa in più: ma credo che la squadra che segnerà per prima possa poi avere la possibilità di gestire meglio le situazioni che si verranno a creare”.

Bayern-Inter, -2: Motta e Ribery, due mancati protagonisti della finale


Entrambi espulsi per motivi diametralmente opposti, vedranno dalla tribuna la tanto desiderata finale
© foto di Federico De Luca

La Finale di Champions League è senza ombra di dubbio la partita che tutti i calciatori vorrebbero giocare. Pagherebbero oro di tasca propria pur di essere in campo, ma a volte, causa di forza maggiore, come infortuni o squalifiche, giuste o ingiuste che siano, gli viene preclusa tale possibilità. Quest’anno non ci saranno eccezioni per due calciatori di Inter e Bayern Monaco, ovvero Thiago Motta e Frank Ribery. Entrambi espulsi, entrambi importanti per gli scacchieri tattici di Josè Mourinho e Louis Van Gaal. Due esclusi doc per due espulsioni diametralmente differenti; se tutti gli addetti ai lavori hanno ritenuto esagerato il rosso di Motta, aggravato dal fatto che Sergio Busquets recitasse meglio di un fresco Premio Oscar come ‘Miglior attore cascatore’, lo stesso non si può certo dire per Frank Ribery.

Giocatore straordinario, nulla da obiettare, ma ogni tanto anche lui esce dal seminato. Intervento pericoloso sull’attaccante del Lione Lisandro Lopez, rosso diretto e tre giornate di squalifica, confermate anche qualche giorno fa dal TAS di Losanna, dopo che i bavaresi avevano cercato disperatamente di riaverlo per la finale. Il francese ha pagato il brutto gesto in un periodo non semplice per lui, quando si intensificavano le voci sullo scandalo dei rapporti sessuali con Zahia Dehar. Anche la società interista aveva chiesto la revoca della squalifica all’Italo-brasiliano, sentitosi preso per i fondelli dal gesto da consumato attore di Busquets.

Due assenze importanti, non c’è che dire. Thiago Motta aveva iniziato bene la sua avventura in nerazzurro, garantendo buon dinamismo e giocate importanti negli spazi brevi, come nel derby di agosto. I guai fisici ne condizionano però le prestazioni con il trascorrere della stagione; Thiago si ferma a Cagliari ed il suo rientro un mese dopo, a fine ottobre, segna l’inizio delle sue prestazioni altalenanti, fino alla notte del 24 febbraio, gara d’andata con il Chelsea. Motta entra in campo un po’ a sorpresa, perché non viene da un buon periodo e per affrontare autentici giganti come Ballack e Lampard serve gente al 100% a livello fisico. Il centrocampista non sbaglia, la sua buona gara è poi replicata a Londra in maniera esemplare. Corre, gestisce, recupera e si rende vivo in fase gol, sfiorando la segnatura di testa.

Thiago entra al meglio negli schemi di Mourinho. Fornisce buone prove in campionato e all’andata a Milano, con il Barcellona, è uno dei migliori in campo. Ironia del destino, prima della gara di ritorno a Barcellona, aveva detto di fare attenzione ai giocatori del Barça perché cascatori. L'ex Genoa è purtroppo caduto nella trappola, una trappola che non gli farà giocare la finale del Madrid. Mourinho lo saprà sostituire al meglio: che sia Stankovic o Zanetti a giocare a centrocampo al suo posto, Thiago non rimarrà deluso, i compagni giocheranno anche per lui.

Ribery è un talento straordinario. Giocatore importante per i destini di questo Bayern, in coppa e in campionato. Non segna molto il francese, solo 7 i gol quest’anno in 30 gare, ma è tremendamente utile alla causa, giocando sulla sinistra dove si può accentrare e mettere palloni interessanti oppure andare direttamente alla conclusione. Non è dunque un mistero se tutte le big d’Europa lo seguano. Anche l’Inter lo ha fatto in passato, cosa molto gradita al francese che volle ringraziare telefonicamente il presidente Massimo Moratti. Van Gaal ha detto che il destino dei tedeschi non ruota intorno alla sua assenza (al suo posto Altintop, meno dinamico del Bleu), ma in ogni caso è inutile ignorare la mancanza di uno degli uomini di spicco della squadra di Van Gaal, un pericolo in meno per i nerazzurri, che dovranno vedersi bene dal gemello mancino Robben.

Insomma, strade diverse per due destini identici, quelli di Thiago Motta e Ribery, che non hanno il permesso di entrare attivamente alla festa di Madrid, una festa alla quale tutti i campioni vorrebbero partecipare, ma che loro seguiranno solo dall'esterno, sperando di correre ad abbracciare i compagni a fine partita.