Questo è il video che faccio in onore della mia squadra del cuore, e in onore soprattutto del mio beniamino Diego Milito... spero vi piaccia!
Il Barcellona ha ufficializzato da poco l'acquisto di David Villa dal Valencia. Un innesto che ha fatto pensare al possibile addio dell'ex nerazzurroZlatan Ibrahimovic. In Spagna già parlano di cessione imminente, ma il difensore blaugrana Puyol, capitano del Barça, non pensa che i due siano incompatibili: "Con Villa guadagnamo molti gol. Allo stesso tempo, David è una punta di movimento e ciò lo fa intersecare al meglio con il nostro gioco. Inoltre, Villa è assolutamente compatibile con Zlatan Ibrahimovic, e si adatterà bene".
Un'incredibile rivelazione ci arriva daSky Sport 24. Adriano, ex attaccante nerazzurro avvicinato alla Roma ed a diversi club spagnoli, avrebbe infatti un grosso desiderio. Non si tratta di voler sbarcare a Roma o in altri luoghi, ma nella testa dell'Imperatore c'è soltanto un sogno: tornare all'Inter. Adriano avrebbe infatto confessato agli amici più cari che tornare a vestire la maglia della Beneamata sarebbe il suo grandissimo sogno. Al momento, però, questa pare un'ipotesi irrealizzabile.
In conferenza stampa, da Madrid, i tre giocatori dell'Inter, Wesley Sneijder, Esteban Cambiasso e Javier Zanettiparlano ai giornalisti. FcInterNews vi propone la versione integrale della molteplice intervista. Si comincia conJavier Zanetti.
Settecento partite per l'Inter, Javier. Qual è il segreto?
"Se ci penso, sono tante partite con la stessa maglia. Questo mi riempe d'orgoglio, così come la partita di domani sera che vuol dire entrare nella storia. Segreti non ce ne sono, tanto lavoro, fiducia in migliorarmi allenamento dopo allenamento, fiducia in tutti gli allenatori che ho avuto e dare il massimo per l'Inter, che è la cosa che mi interessa di più".
Come si è adattato Samuel Eto'o al campionato italiano? Cosa ti ha colpito di lui?
"Non era facile adattarsi subito come lui ha fatto, perché in Spagna il calcio è molto diverso. Lui si è messo subito a disposizione, e la sua umiltà mi ha colpito. Si è messo a disposizione di un gruppo che ha ancora fame di vittorie, è stato molto importante per noi quest'anno".
Moratti ha detto che si augurava tu fossi il protagonista di questa partita. Cosa daresti per il gol decisivo domani?
"Ringrazio il presidente, siamo insieme da 15 anni e se mi metto a pensare da dove siamo partiti e ora dove siamo, per entrambi domani sarà una partita molto sentita ed importante. Mi auguro che chiunque faccia un gol e ci dia la vittoria domani, sarà una felicità immensa per tutti, presidente, noi giocatori e i tifosi che aspettavano una notte così da tempo".
Le tue sensazioni prima della finale.
"Sensazioni uniche. La Champions è una competizione importante, di prestigio, e per me che la seguivo da tantissimo tempo ora è un momento di gioia, quest'anno ho avuto tante emozioni forti. Ho giocato tante finali, ma questa per quello che rappresenta sarà una finale speciale. Mi auguro di poter essere felice dopo la partita perchè questo gruppo lo merita".
Sei stato sorpreso dall'esclusione di Maradona dal Mondiale?
"Non pensiamo a le scelte di Maradona. Ormai il Mondiale per noi è passato, ora pensiamo soltanto alla grande finale di domani, e come argentino spero che l'Argentina possa essere protagonista del Mondiale, quei ragazzi lo meritano".
Con la partita di domani chiudi un ciclo? E su Mourinho?
"Non chiudo un ciclo, ci sono tanti altri traguardi importanti. Domani possiamo entrare nella grande storia di questa società. Su Mourinho non so rispondere, direi una bugìa, non so cosa sta succedendo. Lui sarà con noi domani sera, poi quello che accadrà dopo lo sa soltanto lui".
Quant'è importante per voi poter dare una gioia forte ai tifosi?
"Può essere una spinta in più. Sappiamo l'importanza di questa finale, la gente la aspetta da tantissimo tempo, e noi faremo di tutto per poter festeggiare con loro. Non sarà facile perchè affrontiamo un grande avversario come il Bayern, però ce la giochiamo, è una finale, speriamo bene".
Avete visto qualche video del Bayern per preparare la partita? E cosa dici sull'assenza di Ribery?
"Abbiamo preparato con il mister questa partita per una settimana, stiamo studiando il Bayern, sappiamo dove possono crearci problemi. Però arriviamo nel migliore dei modi a questo appuntamento. Ribery? A noi mancherà Thiago Motta. Sono due giocatori entrambi molto importanti".
Adesso, tocca a Wesley Sneijder.
Cosa pensi di Robben? Come si potrà impedirgli di far bene?
"E' uno dei loro campioni, ma dovremo occuparci di tutti, non possiamo incentrare le nostre attenzioni soltanto su Robben".
L'arbitro avrà un forte impatto sul risultato. Avete lavorato per evitare che l'arbitro possa influire con cartellini rossi o altro?
"Penso che nella semifinale, in realtà, l'arbitro non abbia influito tanto. Ci sono stati due fuorigioco inesistenti, poi si può parlare dell'arbitro ma comunque noi abbiamo vinto la partita nel nostro stadio. Naturalmente non è stato facile, ma non si può dire dopo due partite che l'arbitro abbia influito sul risultato. Non c'è stato nessun vantaggio nè per Barça, nè per noi. E domani anche sarà così, nessun vantaggio per nessuno".
Pensi a quando lasciasti il Real Madrid ora che sei qui?
"Non ci penso. Sono felice di essere qui, è un bel ritorno, ma domani sarà una partita ma non c'entra niente con la finale".
Cosa pensi per la partita di domani?
"Sarà una bella finale, sarà molto difficile. Spero sia una bella partita e una grande festa. Vedremo una partita dura per entrambe, chissà chi vincerà, vedremo".
Van Gaal secondo te inventerà qualcosa, o anche una marcatura su di te?
"Non lo conosco molto bene. L'ho conosciuto come direttore tecnico, ma Mourinho lo conosce sicuramente molto meglio di me, chiedete a lui".
Conosci bene il Real Madrid: cosa pensi del fatto che Mou possa arrivare qui?
"Potrete chiedere direttamente a lui dopo la partita, noi pensiamo soltanto alla partita di domani, poi vedremo".
Che cosa pensavi prima di arrivare all'Inter e cosa pensi oggi.
"Quando ho lasciato il Real per Milano, ero in aereo e non avevo pensato che sarei tornato qui per la finale, ed invece sono qui. Durante tutta la stagione l'Inter è stato un club eccezionale, è straordinario essere parte dell'Inter".
Arriva a parlare Esteban Cambiasso.
Cosa pensi della finale proprio qui, a Madrid, dove sei ex?
"Una città che sento un po' mia, è molto bello. Sono molto soddisfatto, sognavo questa partita da moltissimi anni, e domani ci saranno i miei amici in tribuna a tifare per me. Mica poco, è molto molto bello tutto ciò".
Avevi immaginato in estate che saresti potuti sbarcare in finale di Champions?
"Ad inizio stagione non fu facile, ad esempio a Pechino con la Lazio, perchè ci sono nuovi acquisti e la preparazione è poca. Adesso ci conosciamo tutti, abbiamo vissuto belle e brutte cose, abbiamo imparato tanto. Siamo partiti da quella sconfitta, con Muslera straordinario, poi siamo cresciuti: nessuno è capace di dire se si aspettava la finale, mi sembra impossibile pensarlo ad agosto. Certo, si pensa di fare una grande stagione, ma non così tanto. Noi per fortuna abbiamo vinto due titoli, ora siamo ad un passo da un terzo traguardo che può diventare storico ma abbiamo un avversario che è messo come noi".
Quali sono le probabilità di vittoria?
"Io dico 50 e 50, è una finale. Un'espulsione, un qualcosa può cambiare poi l'esito della partita. Abbiamo affrontato così Chelsea, Cska Mosca e Barcellona, ora siamo all'ultimo gradino e lo affronteremo con la stessa determinazione. Siamo a 50 e 50, ma noi come il Bayern vogliamo che diventi 100% per noi".
Una considerazione su entrambe le squadre.
"Siamo due squadre che stanno molto bene. Stiamo alla pari, sia noi che loro siamo al top, loro hanno preso un grosso passo dopo un inizio non semplice e noi che ora abbiamo vinto due titoli e vogliamo il terzo. E' impossibile solo pensare ad una situazione da migliorare, siamo al meglio".
Josè Mourinho in conferenza stampa.FcInterNews vi propone la versione integrale, di seguito. Ecco la conferenza del portoghese:
Ci racconti cos'è accaduto con Van Gaal quando eri al Barcellona? E cosa hai imparato da lui?
"E' un dettaglio. Abbiamo lavorato insieme per tre anni, dove la mia e la sua casa erano a distanza di 50 metri, lavoravamo 24 ore. Abbiamo avuto un rapporto speciale, lui appena arrivò al club mi diede fiducia anche se prima lavoravo con un altro tecnico. E' stato molto onesto con me, un vero piacere anche per il sottoscritto lavorare per lui. Io lavoravo tanto, come un animale, però con molto piacere, e ovviamente ho imparato parecchio da lui, ed una di queste cose è che per arrivare dobbiamo lavorare veramente tanto. Posso parlare solo bene di quell'esperienza, sembra ieri ma era tredici anni fa. Non dimentico i tempi e la persona, che con me è stato fantastico".
Sono 45 che l'Inter non vince la Champions. Cosa significherebbe vincere domani?
"E' sempre importante, che sia la prima o l'ultima volta che si vince, anche se l'ultima volta che l'hai vinta è stato 100 anni fa. Non penso al significato particolare di questa finale, è sempre fondamentale. Posso capire che per gli interisti è un evento straordinario, perchè 45 anni sono tanti, la maggior parte dei tifosi non erano ancora nati, quindi per loro sarà speciale. Credo che la partita di domani non sarà una responsabilità particolare per noi, ma vincere sarebbe speciale per i tifosi, per il club, e per me offrire questo contributo all'Inter sarebbe un onore. Però dobbiamo rispettare quello cos'è una finale: mi sono congratulato con il Bayern, e domani sarà una partita super perchè ci saranno due squadre vincenti in campo".
Giocherete al Santiago Bernabèu. Come vive queste 'ultime ore'? Sente la pressione?
"La pressione la sentirò domani. Conosco come reagisco prima delle competizioni, e so quello che succederà. Domani mattina mi sveglierò e dirò 'Tra qualche ora gioco la finale di Champions!'. Il cuore batterà forte, la temperatura corporea si alzerà, però poi lavoreremo ancora per preparare la partita. Quando arriveremo allo stadio, però, poi, finisce tutto. Inizia a quel punto quello che mi piace, senza pressione. Questa storia di Madrid non rappresenta un problema per me, l'ho sempre detto. Chi gioca una finale non può pensare ad altro, è una cosa troppo bella per pensare ad altre cose. Penso solo a domani, ma penso come un sogno, non un'ossessione. Ripeto, voglio che sia un sogno. E niente, domani dopo la partita vita nuova per tutti. Non solo per me, per tutti. Vacanze, Mondiali, nuovo club, vecchio club, però finchè non finirà la partita nessuno di noi penserà ad altro".
Ma domani ci sarà del 'sentimentalismo'?
"Vedremo, vedremo. Quando sono tornato a 'Stamford Bridge' ho pianto, ma domani non so. Quando vinsi col Porto non esultai perchè sapevo che ero già il tecnico del Chelsea, ora non è la stessa situazione. Quindi, penso soltanto alla finale, ripeto".
Ad inizio Champions te lo aspettavi di arrivare in finale col Bayern?
"Quando la Champions League comincia è normale che si dica questa o quella squadra è la migliore, per questo i bookmakers fanno le loro statistiche. Però le percentuali di cui si parla sono relative: Barcellona, Real Madrid erano squadre eccezionali, anche il Chelsea che conosce bene le finali, ma il Bayern Monaco e l'Inter non erano così prevedibili. Le cose passo a passo cambiano, e così si arriva alla finale: questo può succedere, e non è un caso. Inter e Bayern sono riuscite a fare questo viaggio, hanno vinto i rispettivi campionati, quindi non c'è dubbio che si tratta di due grandi squadre. Noi siamo giunti fino alla finale, non so se ci siano squadre migliori di noi".
Sarà la tua partita più importante in carriera?
"Sì, certo. Tu prima di ogni partita se vuoi vincere devi pensare sempre che sia la più importante, anche se è Coppa Italia. Poi arrivi alla finale di Champions League, che può dare il titolo più importante per il club, perchè considero una cosa piccola il Mondiale per club, ed è normale che tu vuoi vincere. La mentalità dev'essere questa e lo è stata per tutta la stagione".
Van Gaal ha detto che il Bayern è più offensivo rispetto all'Inter che è più difensiva. Cosa pensi?
"Forse non ha visto molte nostre partite, perchè in realtà abbiamo giocato molte partite in attacco. Forse ha visto solo Barça-Inter, non ha visto Inter-Barça, Inter-Chelsea, Chelsea-Inter, Inter-Rubin Kazan, Inter-Cska e tutte queste qui...".
Bayern e Inter arrivano in finale anche con arbitraggi discutibili. Si aspetta domani una finale con un arbitraggio giusto?
"Non sono d'accordo. L'Inter arriva in finale dopo aver giocato 60 minuti con 10 uomini quando doveva giocare con 11. Per me è più importante giocare in 11 che episodi durante la partita. Quello che è successo durante Bayern-Fiorentina o Manchester-Bayern non influirà domani, perchè nel calcio non c'è la legge della compensazione. L'arbitro domani non pensa che va a aiutare a questa o quell'altra squadra. Noi vogliamo vincere, il Bayern anche, ma anche un arbitro in finale di Champions vuole vincere, con i suoi collaboratore. Quindi, mi fido tanto degli arbitri perchè è il top anche per loro, insieme alla finale del Mondiale. Non mi preoccupo affatto".
E il calcio italiano, cosa tiferà domani?
"Non conosco un tifoso del Benfica che ha tifato Porto nella finale di Champions, questa è la mentalità portoghese ed è la vostra. Gli italiani domani, ovviamente, giustamente, saranno tifosi del Bayern. Perciò il calcio in Italia, Portogallo e Spagna diventa qualcosa di diverso. I tifosi del Real Madrid non son mica tristi perchè domani il Bayern non gioca la finale! E' la mentalità nostra".
Cosa pensi dei centri dove avete lavorato in questi giorni?
"Non lo so, non conosco niente del Real Madrid, soltanto la storia. Non conosco la realtà, le ambizioni, la filosofia di questo progetto che sembra nuovo, non conosco tutto ciò, ed oggi non sono preoccupato di conoscerlo. Il mio progetto oggi è l'Inter e la finale. Il centro di allenamento è fantastico, ci siamo sentiti a casa e ringrazio tutti perchè è stato fantastico".
Riguardo Goran Pandev: domani potrà essere l'uomo chiave?
"Noi giochiamo come una squadra, non so chi sarà l'uomo della squadra. La nostra filosofia non è un uomo, siamo una squadra di stelle ma tutti si sacrificano. Se vinciamo saremo i vincitori, e se perdiamo non saremo perdenti singoli, ma saremo la squadra che ha perso. Così vediamo le cose e così vogliamo giocare domani".
Van Gaal ha detto che mantenuto i contatti con lei. Risponderà al messaggio che le ha mandato Van Gaal?
"Guardi, abbiamo parlato poco fa, pochi minuti fa. Non c'è nessun problema. Ci abbracceremo prima e dopo la finale, senza problemi. Lui ha detto che il mio gioco non è spettacolare? So cosa vuole, ma non glielo darò".
C'è qualcosa che il calcio italiano ti ha insegnato? E cosa hai odiato di questo calcio?
"Ho imparato dovunque, imparo tutti i giorni, e tutte le esperienze sono importanti. Io non sono nessuno per consigliare, però se qualcuno mi chiede un consiglio dico di non fare la stessa carriera nello stesso paese, perchè confrontare le culture è bello e arricchisce un allenatore. Io ho lavorato in Spagna 4 anni, 3 e mezzo in Inghilterra, ora 2 in Italia, più quelli in Portogallo, e sono privilegiato e quindi posso dire che anche il calcio italiano mi ha migliorato".
Al Camp Nou lei intervenne tra una discussione di Ibra e Guardiola. Cosa vi siete detti? E' una mia curiosità...
"No, non lo dico. Niente di offensivo, niente di aggressivo, nulla che possa creare un problema con una persona che conosco da anni e che stimo. Parole di calcio, forse un po' di sale e pepe ma nulla di che, nulla di importante".
Sapendo come hai perso la Supercoppa a Montecarlo contro il Milan e l'anno dopo non l'hai giocata perchè andasti al Chelsea, non ti viene l'idea di giocarla? E poi, quali sono i tuoi programmi da tecnici?
"Non sono parole mie, ma dico che dove c'è un campo di calcio, giocatori e qualche pallone, io sarò felice. Io se ho una squadra da allenare, con buone condizioni di lavoro, obiettivi definiti, io lavorerò. Ho detto che volevo tornare in Inghilterra e poi volevo il Portogallo ancora, però se non sarà così non è un problema per me. Penso di avere sempre lavoro quando vorrò lavorare. Sulla Supercoppa posso dire che è importante per un club, così come la Intercontinentale (Mondiale per club, ndr). Per esempio, Ibra ha vinto il Mondiale per club: cosa ha fatto per vincerla? Contro un'australiana e un'altra squadra che non ricordo... Se giochi quindici partite ci arrivi con piacere, ma se ne fai due e le altre le hanno fatte altri, non è una bella soddisfazione. Per me è la Champions il top. La Supercoppa europea è una semplice partita, se ti ricordi la mia prima partita con l'Inter fu in Supercoppa Italiana contro la Roma, vincemmo e dissi che era di Mancini, non mia. Le Supercoppe sono solo una conseguenza di qualcosa di già fatto, è una cosa piccola, non puoi vantartene. Ma se l'Inter vorrà giocarla, l'Inter dovrà vincere domani. Se non vinciamo domani, il resto non ci sarà".
I portoghesi per chi tiferanno?
"Dipende. Alcuni tiferanno per me, altri contro. E' una cosa normale".
Ricordi le sensazioni contro il Chelsea?
"Io lì ero molto felice, quando sono andato via ho pianto. Loro fanno parte di me ed io di loro, ma quando ho giocato contro di loro li ho eliminati, era una sensazione strana buttare fuori i tuoi amici, ma è una cosa normale nella vita. Penso possa essere lo stesso anche per Ancelotti se tornasse contro il Milan e lo eliminasse, è normale".
Tu e Van Gaal, domani contro...
"Domani saremo uno contro l'altro, ma prima o poi uno dei due arriverà al triplete. Domani ci arriverà uno, poi l'altro ci arriverà comunque".
Un giornalista russo arriva e gli regala una corona a nome del suo giornale. Mourinho gli dona a sua volta la sua tuta dell'Inter e dice: "E' uno scambio di regali, è più bello".
Il popolo dell'Inter si è identificato in te, però tu devi mantenere la freddezza. Sinceramente, domani come farai a tenere una giornata normale? Come la gestirai?
"Prima della partita bene, come ho detto. Quando mi sveglio cambia qualcosa, poi però è un giorno normale, la riunione, il pranzo, la seconda riunione. E' una routine, e sono diversi anni. La finale di Champions capita una volta ogni tanto, però la giornata è la solita, è un rituale, non è un dramma. Poi, durante la partita se un giocatore non ha la capacità di dimenticare la dimensione della partita che gioca, non si esprime e quindi non vale il livello in cui gioca. Questa capacità fa essere un giocatore al top. Anche dopo la partita sarà una situazione indimenticabile, con sconfitta o vittoria, e tu devi viverla con emozione ma con tranquillità. Se perdi non finisce il mondo, se vinci non finisci la carriera. Il presidente Moratti per me è una persona molta speciale: lo ringrazio di avermi preso per l'Inter due anni fa, mi piacerebbe domani vederlo piangere con la Coppa tra le mani, vederlo con la foto sua al fianco di quella del padre, per tutta la famiglia Moratti sarebbe incredibile. Mi piacerebbe dare il mio contributo per far succedere qualcosa di fantastico per loro".
Avete preparato qualcosa?
"Niente: nè pullman, nè magliette celebrative, nè festa. Il Bayern, invece, ha preparato proprio tutto...". Si chiude qui la conferenza del mister.
Ci sono diverse novità in arrivo da Madrid, dove l'Inter è per la finale di Champions che si giocherà domani. In questi attimi, la squadra si sta allenando al centro sportivo 'Ciudàd de Madrid': i ragazzi sono suddivisi in tre gruppi, quelli con pettorina verde, gialla e quelli privi di casacca, con la maglia blu semplice d'allenamento, ma non c'è nessun accenno di formazione ovviamente per non svelarla ai numerosi spettatori. Mourinho sta lavorando sulla velocità in possesso di palla, molto attivo Balotelli, non si rinuncia al classico 'torello'. Ospite speciale per i nerazzurri: l'ex console del Kuwait in Italia e attuale ambasciatore del Kuwait a Madrid, Adil H. Al-Ayyar ha fatto visita al gruppo nerazzurro. Amico personale della famiglia Moratti, il diplomatico ha salutato allenatore e staff.
Alla rifinitura è presente anche Massimo Moratti, in camicia e cravatta a bordo campo. Il presidente ha scambiato una stretta di mano con Mourinho. Con Moratti, anche tutto lo staff maggiore nerazzurro, comprasi Paolillo e Branca. Luis Figo, in jeans, maglietta e occhiali da sole, ha dispensato saluti a tutti i giocatori, in un clima di grande serenità e allegria. Josè Mourinho ora ha chiesto ai suoi di provare i rigori (sul dischetto un sorridente Quaresma) e calci di punizione, un chiaro segnale. Intanto, arriva l'ufficialità sui tre giocatori che parleranno in conferenza stampa più tardi oltre a Josè Mourinho: saranno Javier Zanetti, Esteban Cambiasso e Wesley Sneijder.
Sarà, come noto, una sfida particolare per lui: la finale di domani di Madrid sarà infatti la classica gara dell'ex, visto che Lucimar Ferreira da Silva, per tutti Lucio, è passato in estate all'Inter proprio dal Bayern Monaco dove ha giocato per ben cinque stagioni. Al sito ufficiale della Bundesliga, il difensore brasiliano afferma però che in Italia, e nello specifico nell'Inter, si trova al meglio, anche grazie alle vittorie sin qui dalla squadra di Mourinho: "Sono felice qui. Abbiamo vinto la Coppa Italia, lo scudetto e sabato abbiamo il gran finale”.
Finale della quale Lucio parla così: "Tutto può accadere. Il Bayern è una grande squadra ed ha svolto un ottimo lavoro per arrivare in finale. Robben ed Olic sono in grande forma, ma dobbiamo tenere presente che tutta la squadra lo sarà”. Parlando di Mou, invece, spiega: “Vuole che giochiamo tutti sulla difensiva, concentrati sulla partita. Ha già funzionato contro Chelsea e Barcellona, se ogni giocatore farà il suo vinceremo”.
Diego Milito cecchino infallibile anche per i bookmakers internazionali: il suo gol al Santiago Bernabéu è considerato molto probabile, dato “soltanto” a 2,25. Tra i più attesi contro il Bayern Monaco, come riportato daAgipronews, non poteva poi certo mancare Samuel Eto’o, capace di andare a segno nelle due finali di Champions disputate (e vinte) con il Barcellona, rispettivamente ai danni di Arsenal e Manchester Utd: per il camerunense la rete è bancata a 2,75. Quella di Mario Balotelli, sebbene in odor di panchina, sarebbe invece pagata a 3, mentre per Pandev, che dovrebbe giocare al suo posto, a 3,50. Fra le fila dei tedeschi, quello ritenuto più pericoloso – e non poteva essere altrimenti – è Arjen Robben, pagato a 3,25 insieme a Ivica Olic.
I bookie inglesi si interrogano quindi sulla modalità con la quale sarà realizzato il primo gol: un tiro da dentro l'area di rigore è offerto a 1,72, una conclusione da fuori si gioca a 5, come un colpo di testa. Si sale a 12 per un penalty, a 15 per una punizione e a 21 per autorete. Infine i favoriti per il ruolo di "Man of the Match": Eto'o è il candidato numero uno, a 5,50, Robben lo segue a 6,50. In terza piazza un altro olandese: Wesley Snejder, a 7, come Milito.
Intervistato da Mediaset, l'ex terzino tedesco dell'Inter, Andreas Brehme, che ha militato molti anni nel Bayern Monaco, analizza la gara di domani sera e vede un sostanziale equilibrio nel match: "Sarà a mio parere un incontro incerto, le due squadre si temono e non vogliono correre eccessivi rischi. L'Inter forse ha più qualità, ma il Bayern è carico e spera di vincere. Mi aspetto molto da Eto'o e Milito per i nerazzurri, e da Muller e Robben per i tedeschi...".
Clima estivo e sole caldo a Madrid, dove stanno arrivando i primi tifosi dell'Inter, che mischiandosi con i sostenitori del Bayern, senza particolari problemi, hanno riempito le zone più turistiche della città spagnola. In particolare, sciarpe e maglie nerazzurre sono ampiamente visibili in Puerta del Sol, uno dei punti principali di Madrid. Il grosso dei tifosi dell'Inter arriverà sbarcherà all'aeroporto Barajas tra stasera e domani, quando la capitale della Spagna comincerà a tingersi dei colori sociali delle due finaliste.
Il presidente nerazzurro Massimo Moratti, che oggi sbarcherà a Madrid per la finale di domani, ha rilasciato più di un'intervista ai quotidiani nazionali. In attesa di proporvi, a breve, le versioni integrali delle dichiarazioni del presidente, vi riportiamo quelle più interessanti. "Meritiamo di vincere anche questa Coppa. Dobbiamo pensare a questa battaglia, vincerla e poi pensare al futuro del nostro Josè Mourinho", ha detto alla Gazzetta dello Sport, per poi rassicurare tutti: "Per la sua permanenza, non ho perso le speranze, ma ora c'è da pensare alla Champions".
Al Corriere della Sera, ribadisce: "La testa dev'essere solo a Madrid. E mi dispiace per i tifosi: avrei voluto dare loro 80mila biglietti, ma purtroppo non è possibile". Il Corriere dello Sport, che non ha l'intervista esclusiva ma comunque riporta parole del presidente, scrive in prima pagina di un Moratti che "punta fisso su Mario Balotelli" per la notte di sabato.
Intervista a tema inglese (e non solo) per Josè Mourinho, rilasciata dall'allenatore nerazzurro al Daily Express e pubblicata stamattina dal tabloid. Lo Special One inizia parlando del suo successore sulla panchina del Chelsea, Carlo Ancelotti, fresco vincitore del double: “Ancelotti ha conquistato il titolo dopo 4 anni di attesa, quando sono arrivato io al Chelsea mancava da 50 anni. Il mio risultato è stato storico, ma questo non significa che la stagione dei Blues non sia stata positiva. Non c'è nessun mio fantasma a Londra, il Chelsea è sempre stato più di Mourinho. Si tratta solo di un'epoca diversa rispetto a quella di oggi. Al mio arrivo contendevamo la Premier League all'Arsenal, che la stagione prima aveva vinto senza subire alcuna sconfitta e in squadra aveva gente come Henry e Vieira. Poi, c'era anche il Manchester United, con il miglior giocatore al mondo. Nel complesso, penso che quando ero io l'allenatore del Chelsea, gli avversari erano più forti”.
Capitolo Inter: Mourinho torna sull'impresa di eliminare il Barcellona, in particolare sulla capacità di contenerne il tentativo di rimonta in 10 contro 11 al Nou Camp: “E' un risultato storico. Poche squadre riescono a frenare il Barcellona sul suo campo in 11, figuriamoci in 10... Ancora però non è ancora finita, manca l'ultimo tassello. E sarebbe, in caso di vittoria, ancora più speciale, alla luce del nostro percorso. Abbiamo affrontato quattro volte il Barça, due volte il Chelsea, poi i campioni di Russia e ora quelli di Germania. Inutile sottolineare che vincere la Champions quest'anno sarebbe un traguardo straordinario"
Neanche il Daily Express riesce però a strappare a Mourinho delle conferme sul suo futuro: “Io adesso penso solo al presente ed è sbagliato sostenere che sono già del Real Madrid. E' da 38 anni che l'Inter non disputa una finale di Coppa Campioni e, considerando l'età di alcuni dei miei giocatori, per loro potrebbe essere l'ultima possibilità in carriera. Un giorno siederò sulla panchina del Real, ma prima di iniziare un lavoro bisogna finire e potenziare quello precedente. Non ho neanche mai nascosto il mio amore per il calcio inglese, un giorno tornerò anche in Premier. Ma non è giusto fare nomi di club che in questo momento hanno già il loro allenatore".