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Inter, che festa a San Siro! GUARDA TUTTI I VIDEO



All'alba 35mila tifosi hanno accolto gli eroi di Madrid: fuochi d'artificio e cori, Mourinho non c'era. Stamani dalle 6 alle 8 i reduci dalla festa allo stadio Meazza hanno risvegliato, forzatamente e loro malgrado, gli abitanti delle zone limitrofe allo stadio, e dei grandi viali sulla circonvallazione cittadina, strombazzando con auto e moto nel rientro a casa

MILANO, 23 maggio - Sembra mai finire la notte di ubriacatura nerazzurra a Milano: stamani dalle 6 alle 8 i reduci dalla festa allo stadio Meazza hanno risvegliato, forzatamente e loro malgrado, gli abitanti delle zone limitrofe allo stadio, e dei grandi viali sulla circonvallazione cittadina, strombazzando con i clacson di auto e moto nel rientro a casa. E anche nelle vie centrali gruppetti di irriducibili, non piegati dalla notte insonne, continuano a girare in auto sventolando bandiere e sciarpe all'indirizzo dei passanti.

GIORNALI A RUBA - Mentre gli uomini dell'azienda di nettezza urbana stanno provvedendo in questi minuti a ripulire le vie vicine a piazza del Duomo, dove c'era il maxischermo e dove si sono affollati migliaia di tifosi per tutta la notte lasciando sul terreno uno spesso tappeto di rifiuti vari, bottiglie e cocci di vetro, aste di bandiere, lattine e decine di bombolette vuote delle sirene sonore, spunta per le strade la categoria dei tifosi mattinieri. Questi ultimi in particolare hanno preso d'assalto le edicole, dove i giornali sportivi sono andati a ruba, così come sono esauriti in diverse edicole degli autogrill vicini alla città. E per finire, per le vie del centro, sono già apparsi i papà che hanno fatto indossare le magliette con i colori nerazzurri ai loro bimbi e li portano a passeggio, orgogliosi, mostrando loro le bandiere dell'Inter che spuntano da finestre e balconi.

L'INVASIONE - Una festa che era iniziata al triplice fischio dell'inglese Webb, con Zanetti ad alzare la Coppa dalle grandi orecchie al Santiago Bernabeu per il delirio dei 22 mila tifosi volati in Spagna e una Milano - sponda nerazzurra - completamente impazzita di gioia a sciamare per le sue strade dopo avere invaso Piazza Duomo, sin dal pomeriggio di ieri, con una marea colorata, chiassosa e festante. Marea che, a partire dalle 2, si è riversata su San Siro mentre un drappello, nutrito e corposo, si era spinto, già dalla mezzanotte, fino a Malpensa per onorare gli 'eroi' al loro arrivo da Madrid.

DOV'È MOU? - Decollato dall'aeroporto di Barajas, l'aereo interista è atterrato allo scalo varesino verso le 5: capitan Zanetti, sceso per primo dalla scaletta anteriore, ha mostrato la Coppa dei Campioni a fotografi e telecamere, seguito poi da tutto il resto della squadra e dello staff. Assenti il presidente Massimo Moratti - rimasto a Madrid con l'amico e sponsor, Marco Tronchetti Provera, e l'allenatore Jose Mourinho. Il tecnico di Setubal dovrebbe essere salito su un volo diretto a Milano diverso da quello dei giocatori e dedicato ai familiari, anche se non è escluso possa essere invece volato direttamente in Portogallo.

IL TRIPUDIO DI SAN SIRO - Nell'ultimo passaggio di una notte leggendaria, i giocatori nerazzurri si sono diretti allo stadio Meazza, dove sono stati accolti da circa 35 mila tifosi festanti, fuochi d'artificio e cori. In un tripudio di fumogeni e striscioni, la squadra - in un lungo giro di campo - ha presentato ai tifosi rimasti in Italia la Coppa dei Campioni, ricevendo applausi a scena aperta. Tra i giocatori più coccolati Milito, con indosso la maglia di Zanetti e lo stesso capitano che, rivolgendosi ai tifosi, ha ricordato come la squadra si sia meritata la vittoria finale, cercata con convinzione ma «non senza difficoltà, già dopo il successo negli ottavi di finale contro il Chelsea». Poco prima dell'ingresso in campo, alla notizia che alcuni calciatori non sarebbero giunti a San Siro perchè già in volo per raggiungere le rispettive nazionali attese dal Mondiale in Sudafrica, i tifosi nerazzurri hanno subissato di fischi le parole dello speaker. Giusto qualche secondo, per poi tornare a celebrare la vittoria di Madrid: una trentina di minuti, mentre il sole compare all'orizzonte, prima dei saluti finali e il 'rompete le righe' al termine di una nottata che nessuno, in casa Inter, potrà mai dimenticare.


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Champions, delirio Inter allo stadio Meazza


Calciomercato - Mourinho lascia casa Moratti, addio a un passo

Josè Mourinho portoghese si è incontrato col patron dell’Inter Massimo Moratti. Il Real attende fiducioso in attesa dell'ufficialità: l'accordo è a un passo, resta da decidere solo la grana della clausola rescissoria. Mou a Madrid vuol portarsi anche Maicon e Milito. Moratti accetterà?

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Nella tarda serata di lunedì Josè Mourinho ha lasciato la residenza di famiglia dei Moratti, a Milano, dove ha incontrato il presidente dell'Inter Massimo Moratti durante una cena. Il tecnico lusitano non ha voluto rilasciare dichiarazioni se non che a casa Moratti si mangia molto bene. Poi si è allontanato velocemente in auto, scortato da due guardie del corpo, ma è apparso sereno.

Qualche ora prima, il presidente nerazzurro si era pronunciato agli irriducibili giornalisti in modo abbastanza seccato: "Non so quando ci sarà l'incontro con Mourinho". In merito alla clausola rescissoria (circa 16 milioni di euro) che conterrebbe il contratto che lega lo "Special One" al sodalizio nerazzurro, Moratti ha detto: "Vedremo. La clausola c'è, ma vedremo come viene trattata in un eventuale accordo".

In attesa di conoscere i dettagli dell’incontro e come finirà il discorso clausola, alla ‘Casa Blanca’ già scalpitano per l’arrivo del portoghese. Tutto lo staff merengue lo considera la scelta giusta per rilanciare il Real Madrid. In attesa di ufficializzare l'ingaggio di Mourinho, Florentino Perez avrebbe già spiegato agli altri dirigenti la scelta di puntare sullo Special One. "Non possiamo vivere un'altra stagione come questa - le parole rilasciate dal presidente del Real al magazine 'Don Balon' - e questo cambio è necessario. Scommettiamo su Mourinho: è un leader e un vincente nato che ci assicura delle vittorie". Il periodico spagnolo rivela anche che Jorge Valdano conserverà ufficialmente il ruolo di direttore generale ma in realta' si limiterà a essere il portavoce del club visto che i suoi poteri saranno assorbiti dal tecnico di Setubal.

Intanto l'accordo è in dirittura d'arrivo e Mourinho presto firmerà un contratto quadriennale mentre la sua presentazione dovrebbe avvenire la prossima settimana. Durante l'incontro al "Bernabeu", l'agente del tecnico di Setubal, Jorge Mendes, e Valdano avrebbero parlato anche di mercato e delle richieste di Mou, in primis Maicon ma non solo: ci sarebbe stato stamane il primo contatto col Valencia per David Silva che il club potrebbe essere costretto a cedere per i noti problemi economici. E Mourinho vuol portare a Madrid anche Diego Milito, colui che ha portato sul campo il "Triplete" all'Inter.

Ibra, come va il mal di pancia?

Settimana scorsa noi di Pallonate avevamo assegnato i nostri personalissimi premi di fine campionato. Tra questi avevamo inserito l'ambitissimo "premio Tafazzi",ovvero il riconoscimento destinato ai personaggi abili nel procurarsi un insano masochismo con scelte o gesti sportivi epici. E' passata una settimana da allora e nel frattempo l'Europa ha eletto la sua nuova Regina: l'Inter è entrata ufficialmente nella storia centrando un'epica tripletta ma soprattutto andando a riprendersi quella benedetta Coppa che tormentava da quasi mezzo secolo i sogni di tutti i tifosi della Beneamata. Una festa incredibile che è sfociata al triplice fischio finale di Webb sull'erba del Bernabeu ma anche per le strade di tante città italiane, Milano ovviamente in primis. Un'indescrivibile esplosione di emozioni, colori, lacrime e cori che hanno accompagnato l'intera squadra accolta alle 6 del mattino da circa 45 mille persone (CLICCA QUI per la FOTOGALLERY DELLA NOTTE NERAZZURRA).

E pensare che circa un anno fa qualcuno aveva sbadatamente deciso di cestinare l'invito a questa festa: di chi stiamo parlando? Ma di Zlatan Ibrahimovic ovviamente. Ricordate? Lo svedese l'anno scorso aveva preferito piegarsi al mal di pancia scappando a Barcellona per trovare una cura migliore, convinto che a Milano non avrebbe mai trovato le giuste soluzioni ai suoi tormenti. "Vado al Barcellona, nella squadra più forte del mondo, in mezzo a dei fenomeni per vincere quella Coppa che nell'Inter non alzerò mai. In questo modo vincerò il Pallone d'Oro" - la pugnalata dell'ingrato svedesone che aveva saluto tutti con un elegantissimo "chupa chupa" in occasione del match casalingo con la Lazio, e che a gennaio aggiungeva sale a una ferita ancora sanguinante: "Ho vinto più titoli internazionali qui in pochi mesi che all'Inter in intere stagioni....".

Chissà cosa avrà pensato Javier Zanetti, capitano di mille battaglie, quando sabato sera alzava al cielo di Madrid il desiderio proibito di Ibra? E' proprio vero che i vecchi proverbi non sbagliano mai...il saggio Giovanni Trapattoni insegna:" Non dire gatto se non lo hai nel sacco....". Forse il Trap non ha mai incrociato la strada dello svedese, ma Ibra aveva ricevuto un consiglio da uno che con lui aveva appena vinto un "titulo": Josè Mourino. "Mi spiace che Ibra se ne sia andato, ma lui al Barcellona sarà uno dei tanti mentre qui all'Inter era il numero uno. E poi sono convinto che nel giro di qualche stagione vinceremo la Champions". Lo Special One, oltre ad aver smentito le malelingue che lo etichettavano solo come gran motivatore, ha dimostrato di saperci fare anche come veggente. Già. Morto un Papa se ne fa un altro, e l'uomo di Setubal con Moratti non ha certo perso tempo ingaggiando Samuel Eto'o e Wesley Sneijder, ovvero due pedine fondamentali nella cavalcata che ha portato la nuova Inter nella leggenda del calcio. Meglio una schiera campioni che un presunto fuoriclasse solitario. Un suggerimento che noi di Eurosport ci eravamo permessi di dare in tempi non sospetti (marzo 2009, ovvero appena dopo la cocente eliminazione con lo United) e che trovate in questo ARTICOLO.

Ma la vita è fatte di scelte, e non sempre si azzecca quella giusta. Il premio Tafazzi - versione europea - va dunque all'unanimità a Zlatan Ibrahimovic: nessuno obiettivamente può competere con lo svedese. All'interno, inoltre anche una confezione di Maloox: non vorremmo mai che questa volta il mal di pancia fosse reale. Anzi, facciamo così: spediamo direttamente una scorta di 12 mesi, metti poi che l'anno prossimo dovesse tornare......

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Amichevole nazionali 24 Maggio

Ecco le Ultime amichevole delle nazionali verso il Sudafrica:
Australia 2 - 1 Nuova Zelanda
Giappone 0 - 2 Corea del Sud
Portogallo 0 - 0Cape Verde Islands
Sudafrica 1 - 1 Bulgaria
Inghilterra 3 - 1 Messico
Argentina 5 - 0 Canada




Moratti: "Che notte, non ci credo! Sinisa mi piace, Milito è blindato"


© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

A Sky Sport, ha parlato Massimo Moratti, partendo dal futuro madrileno di Josè Mourinho. Parole chiare, quelle del presidente: "Il tempismo di Mourinho, e della sua uscita, è stato un po’ sorprendente per i giocatori e per me. Un dialogo diretto tra me e lui non c’è mai stato su questo addio e neanche un tentativo per farmi capire questa cosa qua. Lo ho appreso dai giornali, pensate... Ci sono delle strade per provare a trattenerlo qua, e si possono anche percorrere, ma credo che a lui interessi di più proprio questa sfida, più forse ancora dei soldi. Comunque, al di là della stima riposta da noi in lui e dalla sua professionalità, la sua tentazione è legata al fatto che vuol dimostrare di essere bravo dovunque. Puoi giudicarlo come vuoi, ma capisci che lui è fatto così". Poi, si parla diSinisa Mihajlovic, dato come alternativa per la panchina: "Certamente potrebbe essere la scelta, ha carattere, sa imparare velocemente, è stimato dai giocatori, è anche molto amico dei giocatori. C’è anche tutta la stima nell’uomo, con me ha mantenuto un rapporto molto buono. Però, questo non vuol dire che questa debba esser una scelta, anche se, per simpatia e stima, mi farebbe piacere farla. Però, sinceramente, non ho ancora deciso. Mourinho ha coraggio e talento, come era Roberto Mancini...". Accenno aFabio Capello: "Vive così bene, sta così bene in Inghilterra, sarebbe quasi scortese portarlo di nuovo qui", dice sorridendo. Qualche parola anche su Roberto Baggio: "Sarà un grande allenatore, ma non è ancora pronto. E' intelligente, una grande persona, ma non penso sia un suo desiderio fare il tecnico da subito, magari in società potrebbe entrarci. Vedremo".

Diego Milito ha messo qualche dubbio sul futuro, ma Moratti è sicuro: "C’è una differenza tra Milito e il nostro allenatore: Mourinho ha un clausola per cui, andando incontro a questa clausola, può andarsene, Milito no. Qui finisce il discorso". Un confronto tra Ibrahimovic ed Eto'o era impossibile da evitare: "Eto'o ha dato una dimostrazione di professionalità spaventosa e con tutta la sua qualitè e il suo status si è sacrificato per far segnare gli altri e ha giocato quasi da terzino. È ad un livello di serietà e professionalità oltre il normale. Lo dico con un pò di dispiacere, perchè stimo moltissimo Ibrahimovic, ma quello è stato uno scambio fortunato". Si prosegue parlando del padre Angelo: "Cosa mi avrebbe detto? Sarebbe bastata una carezza...

L'argomento, poi, è la Champions: "Devi dare il massimo per arrivare fino in fondo, poi può andare come capita, ma anche in un momento come Barcellona siamo stati bravi a superare tutto, quest'anno. Ma ero sicuro di una cosa, Mourinho aveva capito l'anno scorso a Manchester che non volevo un'eliminazione come quella dell'anno prima, non l'avrei accettata per niente visto quello che mi diceva la gente, ed ero molto arrabbiato. Il portoghese però ha lavorato benissimo ed è stato un anno grandissimo. Com'è il giorno dopo? Forse non ho ancora metabolizzato tutto. Stamattina quando leggevo dei tre titoli pensavo che il Barça l'anno scorso era fantastico con il triplete, e quindi lo siamo anche noi. Non ho ancora ben realizzato, è incredibile, non si fa così in fretta ad uscire da questo tipo di sensazione. Pensavo stamattina, 'ma sarà vero che è finita?'".

Poi, applaude la squadra: "I ragazzi e Mourinho hanno capito la formula giusto. Questi ragazzi sono rimasti umili: anche il fatto che piangevano ieri sera era simbolo di umiltà, è stata la vittoria del grande sacrificio. Anche il pianto di Mourinho è umiltà, anche se in parte era legato al fatto che andrà via, è segno di grandissima umiltà, come quella di questi giocatori. Il lavoro di Josè? Lui ha dato un esempio costante di serietà e di lavoro. Non si riesce a non stargli dietro, tutti sono attenti. Poi ha insegnato dedizione e sacrificio, ed ha usato l'intelligenza al meglio. Così, anche i giocatori sono stati fieri di essere anche loro veri protagonisti, e ieri sera la vera caratteristica del match è stato di essere noi la squadra con più personalità". L'erede di Mourinho, chi sarà? "Non voglio il burattino di Mourinho, voglio lasciare questo patrimonio ad una persona adeguata, e non sarà facile".

Si parla di Javier Zanetti: "Sono felicissimo per lui, l'immagine della notte è quando si mette la Coppa in testa. E' discreto, mai invadente, merita questa soddisfazione stupenda". Sulla personalità di Wesley Sneijder: "Vivacità eccezionale. Il Real ha sicuramente preso giocatori importanti, ma ha perso un pezzo fantastico. Wesley ha tutto il potenziale per essere un protagonista sempre, ci ha velocizzato il gioco, anche se non gioca rimane quell'impronta che ha dato lui, si è inserito alla grandissima. La prima volta che lo ho incontrato? Da parte di Sneijder stesso c'era il desiderio di far capire al Real che avevano sbagliato a cederlo, poi allenatore e compagni lo hanno accolto al meglio. Lui è serissimo, quindi è riuscito a dare il meglio, ma bravo Branca che me l'aveva segnalato e con Mou l'ha portato qui".

Cambiasso ieri sera, nei festeggiamenti, ha indossato la vecchia maglia del grande Giacinto Facchetti: "L’aveva già messa l’anno scorso o due anni fa quando vincemmo il campionato. E’ una cosa bellissima, ci tiene a Facchetti. Lui l’ha indossata per il coraggio che ha, è un ragazzo fantastico, quel gesto non va dimenticato. Diventerà un grandissimo allenatore". Sul progetto futuro: "Bisognerà stare attenti all'economia, perchè vediamo che il mondo non sprigiona ricchezza, ma anche alla dignità da mantenere per questa squadra". Una persona speciale? "Penso spesso alla mia famiglia. Ma oltre ai giocatori e all'allenatore, cito ancora Branca perchè questi successi sul mercato sono dovuti alla sua attenzione e alla sua conoscenza, lui tiene aperte tante strade e poi sferra l'attacco decisivo per una, quella buona. Stimo tutte le persone che mi stanno intorno, sono molto grato e lo dedico a loro". In conclusione, un accenno a Madrid: "Dopo Milano, è certamente la seconda città nel mio cuore".

Mou: "L'Inter non è 'amata' in Italia. Lascio persone stupende, e Milito..."


© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

E' ancora Josè Mourinho. Dopo il lungo silenzio stampa, ora che la stagione è finita il tecnico portoghese continua a rilasciare le dichiarazioni, e dopo quelle ad AS, oggi, arrivano quelle a TVl. Argomento centrale, la proposta del Real Madrid: "La sfida che mi propongono è eccitante perché tutti la danno già come perduta in partenza. Per me è una sfida dover giocare un torneo contro un Barcellona che fa 100 punti ed è un super-team. Cercare di vincere la Champions, che manca da otto anni, è un’ipotesi attraente. Jorge Mendes ha parlato con persone del Real Madrid, ma la decisione è mia. Devo vedere le condizioni che mi verranno proposte per realizzare il tutto". Poi, saluta l'Inter: "Non c’è nessuno motivo particolare per l’addio, ho le stesse ambizioni del club. La squadra ha giocato sempre rischiando, sia in Coppa Italia che in campionato, giocando spesso in situazioni precarie, ma è stato un bene perché la squadra ha sempre reagito bene e si è potuta preparare per l’impegno successivo con l’obiettivo di vincere. Il sogno piano piano è cresciuto il nostro sogno dopo l’eliminazione di Chelsea e Barcellona, due delle squadre favorite.

Abbiamo avuto la giusta ambizione che, unita alla fortuna necessaria, ci ha portato alla vittoria. Sapevo quasi al 100% che era la mia ultima partita e volevo dire addio nel migliore dei modi a gente come Zanetti, Cordoba, Materazzi… persone fantastiche". Parole bellissime anche per Diego Milito: "Come è possibile che questo giocatore era a Genova e Saragozza per così tanto tempo?! Questo ragazzo meritava di essere un grande club da tanto tempo. Noi, gli allenatori nel calcio europeo, siamo stati ciechi e abbiamo tenuto questo giocatore lontano da grandi club troppo a lungo. Ha più di 30 anni, ma può ancora dare molto". Il calcio italiano però non gli è piaciuto: "Ci sono tanti critici che agiscono come destabilizzanti. Il club non è molto amato in Italia, Milan e Juve hanno una maggiore rappresentanza. Siamo stati oggetto di molte pressioni. Dovevamo chiudere la rincorsa al campionato molto prima rispetto all’ultima giornata".

Josè sarà eletto come miglior allenatore, ecco le sensazioni: "La sensazione è la stessa per essere campione una volte come per esserlo tre o cinque.. Il giorno della partita era come il giorno a Gelsenkirchen. Il mio corpo ha reagito allo stesso modo. Mi sento a mio agio durante la partita e la felicità era la stessa, ma dimostrata in maniera diversa". Poi, si parla delle stelle del Real Madrid, in testa Cristiano Ronaldo, ma Mou ha le idee chiare e nerazzurre: "Le stelle sono i giocatori dell’Inter, che sono Campioni d’Europa. Le stelle non sono i giocatori del Real. Le stelle sono le squadre, non i giocatori o gli allenatori. Cristiano sa che ha tutto il mio sostegno. Abbiamo eliminato la rivale del Real e c’è tra noi un rapporto di rispetto", ha concluso.

Moratti: "Magari Mou si pentirà. Il nuovo tecnico? Cambiasso!"

Il presidente: "Non posso avercela con il portoghese, ha vinto tanto. I nomi del sostituto sono quelli che si trovano sui giornali"

© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Massimo Moratti è così raggiante per la vittoria della Champions League, che ha completato la tripletta stagionale dell'Inter, che continua a dispensare dichiarazioni un po' su tutto, senza peli sulla lingua. Molto interessanti anche le sue dichiarazioni alla Gazzetta dello Sport, partendo dalla spiegazione per aver disertato i festeggiamenti di ritorno da Madrid: “Ho ceduto volentieri il palcoscenico a mio figlio e ai giocatori, anche perché ero stremato. Ho festeggiato in famiglia, gli altri miei figli sono ancora in giro...”. Inevitabilmente il discorso cade su Mourinho: "Nel contratto c'è una clausola che permette di liberarsi. La penale è di 16 milioni di euro. Al di là di questo, penso che le sue lacrime a fine partita fossero sincere, era commosso. Io conserverò di lui questa immagine oltre ai successi che ci ha portato. Ha vinto tutto, ha molti meriti, non potrò mai avercela con Mourinho così come non me la presi l’anno scorso quando Ibrahimovic decise di andarsene dall'Inter”.

Proprio a Ibra, lasciata Milano, le cose poi non sono andate benissimo e non sarebbe da escludere che lo svedese si sia pentito: “E magari succederà anche a José, forse capita a chi lascia l'Inter. Però voglio sottolineare che con lui non ho ancora parlato, so tutto indirettamente. Adesso? Mi sono ripromesso di affrontare la questione allenatore con calma, tanto ci sono due-tre tecnici che possono guidare l’Inter, i nomi sono quelli individuati dai giornali. Posso dire che non sarà una scelta di amicizia. Magari affido a Cambiasso il ruolo ad interim - scherza il presidente dell'Inter -, tanto guida già i compagni in campo... Dei giocatori era il più emozionato, mi avrà abbracciato cento volte".

Caliendo: "Maicon? Al Real piace, e l'Inter segue già Aguirregaray..."


Il procuratore di Douglas Maicon, Antonio Caliendo, ha parlato come già fatto ieri del futuro del suo assistito. Si parla molto di Real Madrid, e Caliendo conferma: "Maicon è un giocatore che piace molto in Spagna e in Inghilterra - ha detto il procuratore del brasiliano aSkySport24 - , anche l'anno scorso ha avuto tante offerte, ma alla fine è rimasto. Non so cosa voglia fare l'Inter quest'estate, spero di vedere in settimana Moratti o Branca e sentire quali sono i progetti e le intenzioni della società". Queste parole, comunque, non preoccupano più di tanto, visto che anche la scorsa stagione si diceva tanto e poi non si fece nulla, inoltre lo stesso Maicon ha ribadito dopo la notte da favola di sabato di voler restare a Milano per vincere ancora in nerazzurro.

Un po' a sorpresa, poi, Caliendo tira fuori dal cilindro un nome nuovo per il mercato: "So che l'Inter segue Matias Aguirregaray (uruguaiano, classe 1989), che gioca nel ruolo di Maicon. Non mi sorprende che Mourinho voglia Maicon al Real Madrid, è un giocatore fondamentale per qualsiasi squadra". Se questo fosse vero (è ancora tutto da verificare), significherebbe che la società nerazzurra avrebbe già trovato un degno erede del terzino di Criciùma. Aguirregaray è da tempo sul taccuino di club come Udinese, Fiorentina e soprattutto Boca Juniors, che lo vorrebbe come erede di Ibarra, ma l'interesse del club più importante al mondo, cioè l'Inter, scombussolerebbe ogni trattativa. Attenti al suo procuratore: è Paolo Montero, ex difensore della Juventus. Vi terremo aggiornati sulla trattativa.