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Ultima partita dell' Inter

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22.05.2010: la nostra notte! "Sarà una partita, infinita..."


© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Avrete passato, o starete passando, queste ore piangendo, esultando, ballando, tra commozione e gioia. Adesso, cuori nerazzurri, riprendiamo la lucidità e rendiamoci conto di cosa è stata capace di fare questa squadra meravigliosa. Questo è il momento più bello della nostra vita sportiva e non, queste per chi ha l'Inter del cuore sono le ore più belle di sempre. Ragazzi, siamo campioni d'Europa (e non solo). Ma la Champions riportata nella bacheca nerazzurra è l'emblema vero di una stagione da sogno, di quelle che di fronte ad un camino con una coperta a coprire le gambe si raccontano ai propri figli o ai propri nipoti, con voce bassa e gli occhi che brillano ancora. Un percorso lungo, quello europeo, coronato in una notte da mille e una notte.

Le difficoltà del girone non sono poche, ma nella notte di Kiev la situazione in pochi minuti si scioglie. E' la scintilla vincente, l'Inter passa dall'inferno al paradiso e riesce a piazzarsi momentaneamente prima nel girone, fino a quando andrà a Barcellona dove, schiantata dai ragazzi di Guardiola, ne esce ridimensionata ma con umiltà rialza la testa, batte in casa il Rubin Kazan e si piazza seconda. E' qui che inizia a prendere forma in sogno, l'impresa. Josè Mourinho ha plasmato una squadra seria, forte, in un aggettivo compatta, in campo e fuori. Il sorteggio di Nyon dice Chelsea: sembra una tragedia, ma dopo il 2-1 in casa dell'andata, a Londra, si sa, ci sarebbe voluto un capolavoro. E capolavoro fu: la partita perfetta si materializza, Eto'o è il solito cecchino e regala addirittura una vittoria ai colori nerazzurri, che così rispediscono a casa Ancelotti ed i suoi uomini con le orecchie basse. La pratica Cska non c'è bisogno nemmeno di raccontarla: l'unica insidia è rappresentata dal fatto che sarà ancora prima in casa e seconda fuori, ma la pratica è sbrigata con un 1-0 0-1 che portano la firma di Milito e Sneijder e non fanno particolari problemi. Poi, però, arriva il Barcellona. Ancora la prima a San Siro, la sorte così vuole: arriva un 3-1 pazzesco, il popolo nerazzurro inizia a crederci, vuole quella finale che manca da 38 anni. A Barcellona servirà però una squadra di eroi, che magicamente si materializza e difendendosi in 10 uomini per più di un'ora permette al Barça di vincere solo 1-0 e quindi di andare a casa: in finale, a Madrid, ci va la Beneamata.

Il resto, è tutto nei nostri occhi. Il 22 maggio 2010 resterà una data storica impressa nel cuore, nella mente e forse anche sulla pelle di tutti noi interisti veri, di gente che ha sofferto per gli sfottò eterni ma ha messo l'orgoglio al di sopra di tutto aspettando un momento, questo momento. Aspettavamo di prenderci la nostra rivincita, e la abbiamo avuta: è il 22 maggio, signori, Madrid e l'Europa intera si inchinano al cospetto di una squadra spaziale. Le lacrime del capitano che aspettava da 15 anni di alzare quella Coppa che metterebbe paura ad un bimbo per quant'è grande, la gioia del presidente che voleva far tornare a splendere il nome del papà eguagliandolo, la fierezza di un allenatore che andrà via per gli almanacchi ma resterà per sempre nel nostro cuore, l'orgoglio di un popolo, nerazzurro, che sentiva nelle vene questa grande festa e finalmente ha potuto sfogarla in queste ore. Ce l'abbiamo fatta, ragazzi, rendiamocene conto. Abbiamo vinto tutto, non come altri che si concentravano su una sola competizione. Abbiamo portato a casa, però, quel trofeo che volevamo tanto. Emozioni vere, di una notte che sogneremo spesso perchè rappresenta passato, presente e futuro.


Bayern Monaco-Inter sarà una partita che non finirà mai, che per noi sarà viva sempre, sarà un ricordo eterno. Questa notte di gioia, di festa, con la Coppa che torna a Milano, durerà per sempre. La conosceranno anche i nostri bambini, ci chiederanno se quell'attaccante argentino con il volto pulito era forte quanto il supereroe del momento, sorrideranno guardando le facce dei tifosi impazziti e le bandiere nerazzurre sventolare. E' la nostra notte, è la nostra partita. E, come dice il nostro splendido inno, quella del 22 maggio a Madrid "sarà una partita, infinita".

Mou: "L'Inter non è 'amata' in Italia. Lascio persone stupende, e Milito..."


© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

E' ancora Josè Mourinho. Dopo il lungo silenzio stampa, ora che la stagione è finita il tecnico portoghese continua a rilasciare le dichiarazioni, e dopo quelle ad AS, oggi, arrivano quelle a TVl. Argomento centrale, la proposta del Real Madrid: "La sfida che mi propongono è eccitante perché tutti la danno già come perduta in partenza. Per me è una sfida dover giocare un torneo contro un Barcellona che fa 100 punti ed è un super-team. Cercare di vincere la Champions, che manca da otto anni, è un’ipotesi attraente. Jorge Mendes ha parlato con persone del Real Madrid, ma la decisione è mia. Devo vedere le condizioni che mi verranno proposte per realizzare il tutto". Poi, saluta l'Inter: "Non c’è nessuno motivo particolare per l’addio, ho le stesse ambizioni del club. La squadra ha giocato sempre rischiando, sia in Coppa Italia che in campionato, giocando spesso in situazioni precarie, ma è stato un bene perché la squadra ha sempre reagito bene e si è potuta preparare per l’impegno successivo con l’obiettivo di vincere. Il sogno piano piano è cresciuto il nostro sogno dopo l’eliminazione di Chelsea e Barcellona, due delle squadre favorite.

Abbiamo avuto la giusta ambizione che, unita alla fortuna necessaria, ci ha portato alla vittoria. Sapevo quasi al 100% che era la mia ultima partita e volevo dire addio nel migliore dei modi a gente come Zanetti, Cordoba, Materazzi… persone fantastiche". Parole bellissime anche per Diego Milito: "Come è possibile che questo giocatore era a Genova e Saragozza per così tanto tempo?! Questo ragazzo meritava di essere un grande club da tanto tempo. Noi, gli allenatori nel calcio europeo, siamo stati ciechi e abbiamo tenuto questo giocatore lontano da grandi club troppo a lungo. Ha più di 30 anni, ma può ancora dare molto". Il calcio italiano però non gli è piaciuto: "Ci sono tanti critici che agiscono come destabilizzanti. Il club non è molto amato in Italia, Milan e Juve hanno una maggiore rappresentanza. Siamo stati oggetto di molte pressioni. Dovevamo chiudere la rincorsa al campionato molto prima rispetto all’ultima giornata".

Josè sarà eletto come miglior allenatore, ecco le sensazioni: "La sensazione è la stessa per essere campione una volte come per esserlo tre o cinque.. Il giorno della partita era come il giorno a Gelsenkirchen. Il mio corpo ha reagito allo stesso modo. Mi sento a mio agio durante la partita e la felicità era la stessa, ma dimostrata in maniera diversa". Poi, si parla delle stelle del Real Madrid, in testa Cristiano Ronaldo, ma Mou ha le idee chiare e nerazzurre: "Le stelle sono i giocatori dell’Inter, che sono Campioni d’Europa. Le stelle non sono i giocatori del Real. Le stelle sono le squadre, non i giocatori o gli allenatori. Cristiano sa che ha tutto il mio sostegno. Abbiamo eliminato la rivale del Real e c’è tra noi un rapporto di rispetto", ha concluso.

Mou: "Incontrerò Florentino Perez lunedì. Amo le sfide difficil


© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Il sito spagnolo As.com riporta alcune di chiarazioni di Mourinho che parla già del suo futuro Real: "Lunedì incontrerò Florentino Perez - si legge online -, se diventerò allenatore del Real Madrid è perché è un club che, come me, vuole vincere e ama le sfide difficili. Per vincere non bastano i nomi e i soldi. Ci vuole la giusta mentalità".

Moratti dal canto suo ha ammesso di non aver ancora incontrato Perez ma ha ricordato che "La clausola di rescissione di Mourinho è di 16 milioni di euro. Non so, probabilmente incontrerò il presidente del Real la settimana prossima e vedremo".

In prima linea per sostituire Mourinho all'Inter, come vi abbiamo riferito sin dall'inizio mentre qualcun altro reputava fantasiosa tale ipotesi, c'è sempre Sinisa Mihajlovic, che secondo il Corriere dello Sport, alla domanda se allenerà lui l'Inter, avrebbe risposto con un secco "Speriamo". D'altronde chi non vorrebbe allenare l'Inter, soprattutto ora. Ma è probabile che il suo non sia l'unico nome sul taccuino di Moratti e Branca e non è da escludere che nelle prossime ore spunti fuori un altro pretendente.

Moratti: "Che notte, non ci credo! Sinisa mi piace, Milito è blindato"


© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

A Sky Sport, ha parlato Massimo Moratti, partendo dal futuro madrileno di Josè Mourinho. Parole chiare, quelle del presidente: "Il tempismo di Mourinho, e della sua uscita, è stato un po’ sorprendente per i giocatori e per me. Un dialogo diretto tra me e lui non c’è mai stato su questo addio e neanche un tentativo per farmi capire questa cosa qua. Lo ho appreso dai giornali, pensate... Ci sono delle strade per provare a trattenerlo qua, e si possono anche percorrere, ma credo che a lui interessi di più proprio questa sfida, più forse ancora dei soldi. Comunque, al di là della stima riposta da noi in lui e dalla sua professionalità, la sua tentazione è legata al fatto che vuol dimostrare di essere bravo dovunque. Puoi giudicarlo come vuoi, ma capisci che lui è fatto così". Poi, si parla diSinisa Mihajlovic, dato come alternativa per la panchina: "Certamente potrebbe essere la scelta, ha carattere, sa imparare velocemente, è stimato dai giocatori, è anche molto amico dei giocatori. C’è anche tutta la stima nell’uomo, con me ha mantenuto un rapporto molto buono. Però, questo non vuol dire che questa debba esser una scelta, anche se, per simpatia e stima, mi farebbe piacere farla. Però, sinceramente, non ho ancora deciso. Mourinho ha coraggio e talento, come era Roberto Mancini...". Accenno aFabio Capello: "Vive così bene, sta così bene in Inghilterra, sarebbe quasi scortese portarlo di nuovo qui", dice sorridendo. Qualche parola anche su Roberto Baggio: "Sarà un grande allenatore, ma non è ancora pronto. E' intelligente, una grande persona, ma non penso sia un suo desiderio fare il tecnico da subito, magari in società potrebbe entrarci. Vedremo".

Diego Milito ha messo qualche dubbio sul futuro, ma Moratti è sicuro: "C’è una differenza tra Milito e il nostro allenatore: Mourinho ha un clausola per cui, andando incontro a questa clausola, può andarsene, Milito no. Qui finisce il discorso". Un confronto tra Ibrahimovic ed Eto'o era impossibile da evitare: "Eto'o ha dato una dimostrazione di professionalità spaventosa e con tutta la sua qualitè e il suo status si è sacrificato per far segnare gli altri e ha giocato quasi da terzino. È ad un livello di serietà e professionalità oltre il normale. Lo dico con un pò di dispiacere, perchè stimo moltissimo Ibrahimovic, ma quello è stato uno scambio fortunato". Si prosegue parlando del padre Angelo: "Cosa mi avrebbe detto? Sarebbe bastata una carezza...

L'argomento, poi, è la Champions: "Devi dare il massimo per arrivare fino in fondo, poi può andare come capita, ma anche in un momento come Barcellona siamo stati bravi a superare tutto, quest'anno. Ma ero sicuro di una cosa, Mourinho aveva capito l'anno scorso a Manchester che non volevo un'eliminazione come quella dell'anno prima, non l'avrei accettata per niente visto quello che mi diceva la gente, ed ero molto arrabbiato. Il portoghese però ha lavorato benissimo ed è stato un anno grandissimo. Com'è il giorno dopo? Forse non ho ancora metabolizzato tutto. Stamattina quando leggevo dei tre titoli pensavo che il Barça l'anno scorso era fantastico con il triplete, e quindi lo siamo anche noi. Non ho ancora ben realizzato, è incredibile, non si fa così in fretta ad uscire da questo tipo di sensazione. Pensavo stamattina, 'ma sarà vero che è finita?'".

Poi, applaude la squadra: "I ragazzi e Mourinho hanno capito la formula giusto. Questi ragazzi sono rimasti umili: anche il fatto che piangevano ieri sera era simbolo di umiltà, è stata la vittoria del grande sacrificio. Anche il pianto di Mourinho è umiltà, anche se in parte era legato al fatto che andrà via, è segno di grandissima umiltà, come quella di questi giocatori. Il lavoro di Josè? Lui ha dato un esempio costante di serietà e di lavoro. Non si riesce a non stargli dietro, tutti sono attenti. Poi ha insegnato dedizione e sacrificio, ed ha usato l'intelligenza al meglio. Così, anche i giocatori sono stati fieri di essere anche loro veri protagonisti, e ieri sera la vera caratteristica del match è stato di essere noi la squadra con più personalità". L'erede di Mourinho, chi sarà? "Non voglio il burattino di Mourinho, voglio lasciare questo patrimonio ad una persona adeguata, e non sarà facile".

Si parla di Javier Zanetti: "Sono felicissimo per lui, l'immagine della notte è quando si mette la Coppa in testa. E' discreto, mai invadente, merita questa soddisfazione stupenda". Sulla personalità di Wesley Sneijder: "Vivacità eccezionale. Il Real ha sicuramente preso giocatori importanti, ma ha perso un pezzo fantastico. Wesley ha tutto il potenziale per essere un protagonista sempre, ci ha velocizzato il gioco, anche se non gioca rimane quell'impronta che ha dato lui, si è inserito alla grandissima. La prima volta che lo ho incontrato? Da parte di Sneijder stesso c'era il desiderio di far capire al Real che avevano sbagliato a cederlo, poi allenatore e compagni lo hanno accolto al meglio. Lui è serissimo, quindi è riuscito a dare il meglio, ma bravo Branca che me l'aveva segnalato e con Mou l'ha portato qui".

Cambiasso ieri sera, nei festeggiamenti, ha indossato la vecchia maglia del grande Giacinto Facchetti: "L’aveva già messa l’anno scorso o due anni fa quando vincemmo il campionato. E’ una cosa bellissima, ci tiene a Facchetti. Lui l’ha indossata per il coraggio che ha, è un ragazzo fantastico, quel gesto non va dimenticato. Diventerà un grandissimo allenatore". Sul progetto futuro: "Bisognerà stare attenti all'economia, perchè vediamo che il mondo non sprigiona ricchezza, ma anche alla dignità da mantenere per questa squadra". Una persona speciale? "Penso spesso alla mia famiglia. Ma oltre ai giocatori e all'allenatore, cito ancora Branca perchè questi successi sul mercato sono dovuti alla sua attenzione e alla sua conoscenza, lui tiene aperte tante strade e poi sferra l'attacco decisivo per una, quella buona. Stimo tutte le persone che mi stanno intorno, sono molto grato e lo dedico a loro". In conclusione, un accenno a Madrid: "Dopo Milano, è certamente la seconda città nel mio cuore".

Mou: "L'Inter non è 'amata' in Italia. Lascio persone stupende, e Milito..."


© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

E' ancora Josè Mourinho. Dopo il lungo silenzio stampa, ora che la stagione è finita il tecnico portoghese continua a rilasciare le dichiarazioni, e dopo quelle ad AS, oggi, arrivano quelle a TVl. Argomento centrale, la proposta del Real Madrid: "La sfida che mi propongono è eccitante perché tutti la danno già come perduta in partenza. Per me è una sfida dover giocare un torneo contro un Barcellona che fa 100 punti ed è un super-team. Cercare di vincere la Champions, che manca da otto anni, è un’ipotesi attraente. Jorge Mendes ha parlato con persone del Real Madrid, ma la decisione è mia. Devo vedere le condizioni che mi verranno proposte per realizzare il tutto". Poi, saluta l'Inter: "Non c’è nessuno motivo particolare per l’addio, ho le stesse ambizioni del club. La squadra ha giocato sempre rischiando, sia in Coppa Italia che in campionato, giocando spesso in situazioni precarie, ma è stato un bene perché la squadra ha sempre reagito bene e si è potuta preparare per l’impegno successivo con l’obiettivo di vincere. Il sogno piano piano è cresciuto il nostro sogno dopo l’eliminazione di Chelsea e Barcellona, due delle squadre favorite.

Abbiamo avuto la giusta ambizione che, unita alla fortuna necessaria, ci ha portato alla vittoria. Sapevo quasi al 100% che era la mia ultima partita e volevo dire addio nel migliore dei modi a gente come Zanetti, Cordoba, Materazzi… persone fantastiche". Parole bellissime anche per Diego Milito: "Come è possibile che questo giocatore era a Genova e Saragozza per così tanto tempo?! Questo ragazzo meritava di essere un grande club da tanto tempo. Noi, gli allenatori nel calcio europeo, siamo stati ciechi e abbiamo tenuto questo giocatore lontano da grandi club troppo a lungo. Ha più di 30 anni, ma può ancora dare molto". Il calcio italiano però non gli è piaciuto: "Ci sono tanti critici che agiscono come destabilizzanti. Il club non è molto amato in Italia, Milan e Juve hanno una maggiore rappresentanza. Siamo stati oggetto di molte pressioni. Dovevamo chiudere la rincorsa al campionato molto prima rispetto all’ultima giornata".

Josè sarà eletto come miglior allenatore, ecco le sensazioni: "La sensazione è la stessa per essere campione una volte come per esserlo tre o cinque.. Il giorno della partita era come il giorno a Gelsenkirchen. Il mio corpo ha reagito allo stesso modo. Mi sento a mio agio durante la partita e la felicità era la stessa, ma dimostrata in maniera diversa". Poi, si parla delle stelle del Real Madrid, in testa Cristiano Ronaldo, ma Mou ha le idee chiare e nerazzurre: "Le stelle sono i giocatori dell’Inter, che sono Campioni d’Europa. Le stelle non sono i giocatori del Real. Le stelle sono le squadre, non i giocatori o gli allenatori. Cristiano sa che ha tutto il mio sostegno. Abbiamo eliminato la rivale del Real e c’è tra noi un rapporto di rispetto", ha concluso.

Fai vedere quello ke avete fatto nella tua Città


Interisti, Sicuramente ieri sera nella GRANDE FESTA avete fatto molte foto è video...Bene, inviateli se volete a iosonointerista-fanspage@email.it ke noi li inseriamo nel nostro ALBUM su FB... dai ragazzi! inviate foto della vostra festa.



Milito fa il Principe, Inter Regina d'Europa

FC Bayern München - FC Internazionale Milano 0-2
Dopo aver conquistato l'Italia, l'Inter rende onore al suo nome e si allarga oltre confine: la doppietta del Principe Milito regala la coppa più bella.

Dopo aver conquistato l'Italia, l'FC Internazionale Milano rende onore al suo nome e si allarga oltre confine diventando regina d'Europa: i gol al 35' e al 70' del Principe Diego Milito regalano alla formazione di José Mourinho la vittoria per 2-0 contro l'FC Bayern München e la UEFA Champions League 2009/10.

Nessuna sorpresa nelle formazioni iniziali, con José Mourinho che, senza lo squalificato Thiago Motta, sceglie il capitano Javier Zanetti a centrocampo a fare coppia con il connazionale Esteban Cambiasso. Terzino sinistro, a vedersela con Arjen Robben, è dunque Christian Chivu; niente novità nel resto della difesa con Maicon a destra e al centro Lucio con Walter Samuel. In avanti Wesley Sneijder agisce da trequartista con Samuel Eto'o sulla sinistra, Goran Pandev dalla parte opposta e Milito in avanti. Anche Louis van Gaal non riserva sorprese nella formazione iniziale: Hamit Altintop prende il posto dello squalificato Franck Ribéry ma il 4-4-2 resta immutato con Thomas Müller a fare da supporto a Ivica Olić.

Un grande ex nerazzurro come Sandro Mazzola aveva previsto una mezz'ora d'apertura noiosa ma le prime battute tengono svegli i tifosi di entrambe le squadre: prima è Sneijder con una punizione da posizione defilata a sinistra a chiamare Butt all'uscita, mentre al 5' Milito raccoglie una bella verticalizzazione ma scivola al limite dell'area.

Al 10' brividi per i nerazzurri, quando Robben sulla destra sfonda e riesce a liberarsi dalla marcatura di Chivu, servendo Olić che però da buona posizione manda a lato. I bavaresi guadagnano metri e mantengono il possesso palla. Quando Daniel Van Buyten e Müller ci provano di testa su angolo di Robben la fortuna - e la deviazione di Maicon - assistono i nerazzurri.

Al 18' la punizione dalla distanza di Sneijder scalda i guantoni di Butt. L'Inter ci crede e arriva un assist di Maicon dalla destra per Cambiasso, ma la sua semirovesciata viene allontanata dalla difesa tedesca. Tocca poi al Bayern: Müller dopo un buon controllo non riesce a liberarsi al tiro, la palla vaga in area prima di finire sui piedi di Robben che calcia subito ma alto.

L'Inter sembra lasciare al Bayern l'iniziativa e la squadra di Mourinho confida nelle ripartenze che già avevano ferito il Barcellona a San Siro nell'andata delle semifinali. La tattica del portoghese funziona quando meno te lo aspetti: al 35' Júlio César rinvia lungo, Milito 'spizzica' di testa per Sneijder. Il pallone di ritorno dell'olandese è al bacio e il Principe non si smentisce: finta e tiro vincente sul primo palo, 29esimo centro stagionale per lui - dopo aver segnato la rete decisiva sia in finale di Coppa Italia che nell'ultima decisiva gara di campionato contro l'AC Siena.

Quella dell'olandese e l'argentino è una 'coppia di fatto' e al 43' Milito prova a restituire l'assist a Sneijder che tira però troppo centrale: Butt respinge. I bavaresi dominano nel possesso palla ma è l'Inter a chiudere il primo tempo in vantaggio grazie al gol del solito Milito.

Nessun cambio nell'intervallo, e portieri subito protagonisti in apertura di ripresa. Altintop è solo davanti a Júlio César ma il brasiliano si conferma portiere di livello mondiale e respinge. Nell'azione successiva Milito mette al centro per Pandev che si illude di trovare il sette di sinistro prima che Butt si superi deviando sopra la traversa.

A ravvivare le emozioni ci pensa al 10' Lucio che permette ad Altintop di recuperare palla e di calciare di destro sul primo palo - la palla finisce però sul fondo. Il Bayern non molla e, sugli sviluppi di una punzione, Müller ha il tempo di aggiustarsi il pallone e calciare a rete: allontana però l'attenta difesa di Mourinho. Robben ricorda a tutti chi è con un tiro a effetto dalla destra. Júlio César si dimostra altrettanto efficace togliendo la palla dal sette.

Mourinho toglie Chivu per Dejan Stanković riportando Zanetti alla sinistra della difesa: implacabile in questa posizione contro Lionel Messi in semifinale, il capitano - alla 700esima partita in nerazzurro - ha ora il compito di fermare Robben.

L'Inter non ci mette molto ad adattarsi alle novità e lo dimostra quando Eto'o serve Milito sulla sinistra. L'argentino si libera magistralmente dalla marcatura di Van Buyten e sigla il 30esimo gol stagionale infilando Butt con un diagonale perfetto. Il Bayern è al tappeto. Saranno anche passati 45 anni dall'ultimo trionfo europeo dei nerazzurri, ma per qualcosa di così bello non si aspetta mai troppo a lungo.

La bugia scaramantica sulla maglia celebrativa


In conferenza stampa, due giorni fa, Josè Mourinho aveva pizzicato il Bayern dicendo che "loro hanno preparato già festa e maglia celebrativa, noi assolutamente no". Questa però si è rivelata una piccola bugia forse scaramantica: la maglia c'era eccome, ed è quella con su scritto "Inter campione d'Europa 2009-2010", il biscione nerazzurro (guarda nella foto accanto) e dietro un accenno con scritto "Grande Inter. Write the future". Altro che niente maglie, questa sarà l'ultima bugia del nostro indimenticabile Josè!

Il sito celebra 'matematicamente' la Champions

Campa la scritta 'Inter, campioni al cubo'. La Champions League campa in home pagine

© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Il sito ufficiale nerazzurro si sbizzarrisce ancora una volta per celebrare la vittoria della Champions. Dopo una perifrasi dell’inno di Mameli per la Coppa Italia, e una rima per lo scudetto numero, arriva anche una celebrazione matematica:‘Inter, campioni al cubo’, inoltre nella home page del sito campa sovrana la Champions League, solitaria.


Diego Milito come Sandro Mazzola

Due gol nella prima finale di Champions giocata da loro

© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

I loro gol hanno portato l’Inter nella leggenda, Sandro Mazzola e Diego Milito. Il primo, con la doppietta al Prater di Vienna, regalò ad Angelo Moratti la prima Coppa dei campioni della storia nerazzurra. Il secondo, invece, ha spezzato una maledizione lunga 45 anni, regalando a Massimo Moratti la sua prima Champions League, terza nella storia dell’Inter. Entrambi hanno segnato una doppietta in due stadi mitici, dando inizio all’epopea internazionale dei nerazzurri.

Supercoppa Italiana a Milano il 22 agosto

Niente Cina, Inter-Roma si giocherà a San Siro

© foto di Federico De Luca

Stando a quanto riporta il Corriere dello Sport, il primo trofeo stagionale dell’Inter sarà la Supercoppa Italiana che si giocherà domenica 22 agosto a Milano, contro la Roma, finalista di Coppa Italia. Esclusa dunque Shangai. L’Inter si presenterà all’appuntamento con Capitan Zanetti che porterà in dote la coppa nazionale e la coppa del campionato.

Lippi: "Inter straordinaria. Milito Pallone d'Oro"


Secondo quanto riferisce SS24, il C.t. della Nazionale Italiana Marcello Lippiha parlato oggi anche di Inter, e tra le diverse dichiarazioni ce n'è una particolare, dedicata a Diego Milito: "E' assolutamente il miglior giocatore d'Europa. Merita senza alcun dubbio il Pallone d'Oro", ha dichiarato Lippi. Poi, sull'Inter: "E’ stata una vittoria straordinaria, figlia di compattezza e autostima. Ora spetta all’Italia".

SUL TRONO D'EUROPA: ADESSO L'INTER E' NELLA LEGGENDA!


© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Chiamatelo come volete: tripletta, tris,triplete, poco importa. La sostanza non cambia, l’Inter è campione d’Europa dopo 45 anni d’attesa. Sotto il cielo di Madrid si consuma l’impresa nerazzurra, che dopo Coppa Italia e scudetto porta a casa la Champions League, il traguardo più ambito, quello più atteso. E le lacrime di Zanetti, capitano coraggioso, sono il manifesto delle sensazioni che i giocatori, i dirigenti e tutti i tifosi, dal primo all’ultimo, dal più anziano al più piccolo, stanno provando in questo momento e continueranno a provare ancora a lungo. Al Bernabeu il Bayern Monaco si deve inchinare per 2-0, doppietta dell’indescrivibile Milito, l’uomo simbolo di una stagione miracolosa per l’Inter, che oggi può sedersi sul trono d’Europa, guardando le altre dall’alto verso il basso.

L’unica sorpresa che Mourinho concede nelle formazioni è l’inserimento di Chivu a sinistra, con spostamento di Zanetti in mezzo al campo. In panchina, dunque, Stankovic. Nessuna novità invece sul fronte tedesco. Il colpo d’occhio è favoloso, il Bernabeu si conferma teatro degno di questa attesissima partita e le tifoserie lo nobilitano con un supporto caloroso, scenografico e corretto. Come prevedibile, l’avvio di gara è a dir poco tattico: Mou e Van Gaal hanno prepartto con molta attenzione la sfida e non si concedono sfumature creative. Il grande duello sul rettangolo di gioco, che potrebbe cambiare l’evoluzione del match, è quello sulla fascia sinistra nerazzurra tra Robben e Chivu, con l’olandese che sembra tentato dal puntare costantemente l’avversario, più lento di lui. Proprio Robben costruisce la prima azione degna di nota, con un cross basso che Olic non riesce a indirizzare in porta. Al 16’ episodio da moviola: Van Buyten colpisce di testa e il pallone finisce sul braccio di Maicon, ma Webb ignora. L’Inter resta sulle sue, con un fare attendista che di certo semplifica il possesso di palla bavarese, anche se una punizione dalla distanza di Sneijder costringe Butt alla respinta con i pugni.

L’arbitro inglese, molto permissivo, decide di estrarre i primi cartellini solo alla mezz’ora: i ‘cattivi’ sono Demichelis e Chivu. Al 35’ arriva una spallata godibilissima all’equilibrio: Milito fa da sponda per Sneijder che chiude il triangolo, mettendo l’argentino davanti a Butt. Il Principe è bravissimo ad attendere il momento giusto e a freddare il portiere, timbrando la sua terza ‘finale’ stagionale. Grandioso. Otto minuti dopo lo stesso Milito restituisce il favore a Sneijder, ma l’olandese è costretto ad anticipare il sinistro per evitare il ritorno di Vasn Buyten, sparando addosso a Butt. Prima del duplice fischio di Webb, Van Bommel tenta dalla distanza, senza inquadrare tuttavia lo specchio della porta. L’Inter è a 45’ dal sogno.

L’inizio di secondo tempo è scoppiettante: dopo 20’ Julio Cesar deve superarsi su un destro di Muller da posizione favorevolissima, poi nell’azione successiva è Butt ad alzare sopra la traversa su un sinistro velenoso di Pandev. Applausi per entrambi gli estremi difensori. Il Bayern ha il dovere di alzare i ritmi e attaccare, e non si tira di certo indietro: Robben è sempre pericoloso sulla destra, Altintop ci prova dal cuore dell’area al 54’ (fuori), quindi è un destro di Muller a creare scompiglio nell’area nerazzurra. Non è un momento facile per gli uomini di Mourinho, troppo schiacciati nella loro metà campo. Van Gaal fiuta che è il momento buono per aumentare il peso offensivo dei suoi e lancia Klose al posto di Altintop, ma è il solito Robben a sfiorare il gol con un tiro a giro salvato dalla manona di Julio Cesar.

La contromossa di Mourinho è l’ingresso di Stankovic al posto di Chivu, sofferente di crampi e in difficoltà contro Robben. Zanetti scende a sinistra in difesa, posizione che sembrava dover ricoprire dall’inizio. La mossa, anche se casualmente, ha un effetto devastante, perché anticipa il 2-0 dell’Inter: Eto’o lancia Milito in contropiede, uno contro uno ubriacante su Van Buyten e piatto destro nell’angolo opposto (70’). Una rete fantastica, la 30esima stagionale del Principe, giocatore straordinario e tremendamente decisivo. Al cielo di Madrid si leva il coro ‘Josè Mourinho’, sintomo della vicinanza, da parte dei tifosi interisti, a un sogno atteso da 45 anni. Ma il match è ancora lungo, perché i tedeschi hanno dimostrato di non arrendersi mai anche nei turni precedenti (contro Fiorentina e Manchester United) e, metabolizzato il colpo, si lanciano ancora in attacco. Van Gaal le prove tutte, dentro Gomez al posto di Olic. La risposta di Mou è Muntari per Pandev, con schieramento tattico che passa dal 4-2-3-1 a un equilibrato 4-3-1-2.
La foga del Bayern però diminuisce minuto dopo minuto, un chiaro segnale che la resa tedesca è vicina, un chiaro segnale che la coppa più bella, la più attesa, quella che sancisce la leggenda di una squadra incredibile, è davvero a un passo. I nerazzurri sono compatti davanti a Julio Cesar, il Bayern ci prova ma le idee sono ormai poche e confuse, mentre lo sconforto per una partita ormai sfuggita sale ai massimi livelli. Ogni spiraglio è chiuso, l’orgoglio dei bavaresi non basta più, la tripletta prende la strada di Milano, dove migliaia di persone sono davanti ai maxi schermi ad assaporare una gioia indescrivibile, così come nel resto d’Italia. Al fischio finale di Webb esplode la felicità nerazzurra, la storia del calcio italiano e internazionale può essere riscritta: Madrid è teatro della grandissima impresa dell’Inter, che porta a casa la terza coppa dei Campioni della sua storia. E poco importa se oggi si chiama Champions League, il sapore è sempre lo stesso. Dolcissimo, come solo un miracolo sportivo può esserlo. Grazie Inter, grazie davvero.


IL TABELLINO
BAYERN MONACO-INTER 0-2


Marcatori: 35' e 25' st Milito

Bayern Monaco
: 22 Butt; 21 Lahm, 5 Van Buyten, 6 Demichelis, 28 Badstuber; 10 Robben, 17 Van Bommel, 31 Schweinsteiger, 8 Altintop (18' st Klose); 25 Muller; 11 Olic (29' st Gomez)
A disposizione: 1 Rensing, 13 Goerlitz, 26 Contento, 23 Pranjic, 44 Tymoshchuk
Allenatore: Louis Van Gaal

Inter: 12 Julio Cesar; 13 Maicon, 6 Lucio, 25 Samuel, 26 Chivu (23' st Stankovic); 4 Zanetti, 19 Cambiasso; 27 Pandev (34' st Muntari), 10 Sneijder, 9 Eto'o; 22 Milito (46' Materazzi)
A disposizione: 1 Toldo, 2 Cordoba, 17 Mariga, 45 Balotelli
Allenatore: José Mourinho

Arbitro: Howard Webb (Inghilterra)

Note. Ammoniti: 25' Demichelis, 30' Chivu, 33' st Van Bommel. Recupero: pt 1', st 3'. Spettatori: 78.000 ca.

Mourinho saluta l'Inter? "E' ora di valutare nuove opportunità"


© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

"Io sono stato molto felice all'Inter, non nel mondo calcistico italiano, perché non mi piacciono i commenti di presidenti, allenatori e giornali. Ma l'Inter mi piace e mi piacerà per sempre". José Mourinho, nel dopo-partita di Inter-Bayern Monaco, ai microfoni di Rai Sport rilascia alcune dichiarazioni che sanno ormai di addio definitivo. Il tecnico portoghese non manca di ringraziare in fin dei conti il calcio italiano, "perché in fin dei conti è grazie al calcio italiano che sono diventato un allenatore migliore. Ora, forse è tempo che mi prenda un giorno per me per accettare una nuova sfida, misurarmi in un altro Paese. Ma l'importante non è che rimanga io all'Inter, ma che rimanga Zanetti, che rimanga Moratti". Ma quando provano a passargli Zanetti per farli parlare, lui scappa dicendo: "No, non voglio sentirlo", ridendo ma con gli occhi che malcelano l'emozione.

Il suo sa di addio definitivo all'Inter, anche se lui non la vede in maniera così drastica: "No, non è definitivo, l'Inter mi piace tantissimo, questa rimarrà la mia casa!".

Poi a Sky aggiunge: "Una gioia fantastica, non dimentico nessuno, dal magazziniere al presidente, una stagione incredibile. Tanta festa, tifosi gioiosi, è bellissimo. La stagione è finita, ora vado in vacanza, oggi sono uno degli allenatori che ha vinto la Champions con due club diversi, magari domani vorrei vincerla con tre club. Non mi voglio fermare mai, voglio sempre di più, arricchire la mia carriera. Sono vicino alla scelta di una nuova vita professionale. Non ho mai avuto contatti col Real Madrid come si dice, né firmato; ho promesso che dopo la finale avrei parlato con alcune persone e deciso la mia vita. L'Inter mi ha dato tanto e io ho dato tanto. Per questo ora mi sento libero di decidere la mia vita. Ho vinto tutto, non c'è altro da conquistare, per me un grande significato, la supercoppa europe a Intercontinentale non sono importanti per me. Ringrazio molto il calcio italiano, una grande esperienza, sono un allenatore migliore, ho conosciuto una nuova cultura e nuovi professionisti, ma alcune cose non mi sono piaciuto: le squalifiche, le espulsioni, l'addetto al campo che mi squalificava dopo qualche giorno, allenatori che mi hanno criticato perché sono portoghese, molte cose brutte. Da 3-4 mesi ho allora cominciato a pensare di cambiare; per rispetto della società non ho parlato con nessuno finora, ma è giunto il momento di pensarci e vedremo. Ma ora l'importante è che gli interisti di tutto il mondo sono in festa.

Percentuale del mio lavoro all'Inter? Piccolo, ci sono anche giocatori, tifosi, Butti, Viganò, Oriali, Branca, ognuno ha la sua percentuale. Un allenatore non fa una squadra, se io vado via Branca e Oriali faranno una buona scelta e la storia dell'Inter continua. Andrà a Montecarlo per la supercoppa europea, giocherà l'Intercontinentale. Ma ci sono anche cose positive che mi mancheranno. Magari in Spagna non mi tratteranno meglio (non smentisce quindi l'ipotesi Real, ndr), ma magari domani decido che voglio vincere un altro scudetto con l'Inter".
Ma ormai il Real Madrid è dietro l'angolo... Come eventuale sostituto, in prima linea, c'è sempre Mihajlovic come abbiamo già avuto modo di raccontarvi più volte. Ma la società non ha ancora deciso e sta valutando diverse opzioni, pare anche la pista Benitez.

Mou, l'addio: "San Siro è casa mia, ho già nostalgia. Sono uno di voi"


© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Adesso, per Josè Mourinho l'addio all'Inter è vero, deciso. Le ultime parole rilasciate dallo Special Onesono definitive, purtroppo, e il portoghese parla già con nostalgia della Beneamata: "Ho avuto il privilegio di vincere questa coppa per la seconda volta ed e' stata bella come la prima e sara' sempre cosi', anche se dovesse essere la terza, la quarta, la quinta. Siamo molto felici, esattamente come quando la vinsi con il Porto. C'e' anche una lacrimuccia, un po' di nostalgia per il fatto che sara' il mio ultimo giorno con l'Inter. Ho avuto sempre stagioni bellissime nella mia carriera, col Porto ho vinto molto, cosi' come col Chelsea, ma questa empatia tra me e l'Inter e' per sempre, sono uno di loro, questo non cambiera' mai, anche se cambio squadra quest'anno. E se la tradizione si confermera', l'anno prossimo verro' a giocare a San Siro, casa mia".

Un accenno anche al discorso italiani-stranieri: "Inter e' una squadra italiana anche se non ha molti italiani in campo e noi siamo orgogliosi di rappresentare il calcio italiano. L'Italia puo' dire di essere Campione del Mondo e d'Europa e in più non perde un posto in Champions e io sono orgoglioso di aver contribuito a tutto questo. Materazzi e' entrato non per questione di nazionalita' se il risultato fosse stato ancora in bilico probabilmente avrei scelto Balotelli, ma sul 2 a 0 ho voluto fare un regalo ad un giocatore che si e' sempre dimostrato pronto e dargli l'opportunita' di giocare e vincere una Champions League. Balotelli avra' 15 anni di possibilita', Materazzi non aveva questa possibilita'".

Per chiudere, un saluto caloroso a Massimo Moratti: "Non ricordo cosa Moratti mi ha detto, ma credo che sia stato un momento incredibile. Lui ha cercato di portarmi all'Inter anche prima, sono contento di esser riuscito a contribuire a realizzare il suo sogno, avere la foto con la Champions cosi' come quella di suo padre di più di 40 anni fa".

Zanetti "700 volte grazie, Grande Inter

Il capitano corona una militanza speciale con la maglia nerazzura: "E' un'emozione unica, inseguivo questa coppa da 15 anni e adesso arriva nel momento migliore della mia carriera". Anche Cambiasso gli fa eco: "E' la vittoria del gruppo..."

Settecento volte Inter; 15 anni in nerazzurro. Praticamente una vita (sportiva) intera. Tutto questo è Javier Zanetti, il capitano, il simbolo della "nuova Grande Inter" che torna in cima all'Europa a 45 anni di distanza dall'ultima volta.

"E' un'emozione unica - spiega Zanetti al termine della partita -. Inseguivo questa coppa da 15 anni e credo sia arrivata nel momento migliore della mia carriera. Mi mancava solo questa. Posso dire di essere il capitano di una Grande Inter".

Al triplice fischio di Webb, anche un giocatore "tutto d'un pezzo" come Zanetti non trattiene le lacrime. "Avevo tanti pensieri, pensavo a mia moglie e ai miei bambini e a quanto mi sono stati vicino in questi anni. Sono contentissimo per il presidente Moratti, che ci ha creduto insieme a me, e poi per i nostri tifosi. La nostra è una gioia da dividere anche con Facchetti e Peppino Prisco; oggi hanno giocato con noi".

Una delle cose che stupiscono di più è la costanza di rendimento di Zanetti, che sembra addirittura più bravo oggi, a quasi 37 anni, di quando era arrivato in Italia appena 21enne: "Anno dopo anno sono riuscito a migliorare tantissimo, è per questo che credo che questa coppa sia arrivata nel miglior momento della mia carriera. Il Mondiale? Non posso rimproverarmi nulla, non potevo fare di più. Io mi sono messo a disposizione della mia Nazionale, Maradona ha fatto questa scelta, io la accetto e la rispetto. Ormai però credo sia una storia passata...".

A rovinare - anche se solo parzialmente - la festa dell'Inter è la sempre più probabile partenza di Mourinho. "Non ci ha detto niente - spiega Zanetti -. Era però una notizia nell'aria da un po'; purtroppo lo sapevamo anche se non ce lo aveva detto direttamente. Ci lascia un grande uomo e un grande allenatore. Credo si sia stancato dell'Italia, ha avuto troppi nemici...".

Anche Cambiasso, presentandosi ai microfoni dei media presenti al Bernabeu con la maglia nerazzurra numero 3, ricorda Giacinto Facchetti: "E' la dimostrazione di quanto l'Inter sia una grande famiglia. Anche chi non c'è più, come Giacinto, quest'oggi era in campo con noi. Inter a vita? Non è il momento per parlare di queste cose, ma io credo che qui chiuderò la carriera. Ho firmato un contratto di cinque anni, credo quindi che rimarrò qui per scrivere altre pagine di storia".