All'alba 35mila tifosi hanno accolto gli eroi di Madrid: fuochi d'artificio e cori, Mourinho non c'era. Stamani dalle 6 alle 8 i reduci dalla festa allo stadio Meazza hanno risvegliato, forzatamente e loro malgrado, gli abitanti delle zone limitrofe allo stadio, e dei grandi viali sulla circonvallazione cittadina, strombazzando con auto e moto nel rientro a casa
MILANO, 23 maggio - Sembra mai finire la notte di ubriacatura nerazzurra a Milano: stamani dalle 6 alle 8 i reduci dalla festa allo stadio Meazza hanno risvegliato, forzatamente e loro malgrado, gli abitanti delle zone limitrofe allo stadio, e dei grandi viali sulla circonvallazione cittadina, strombazzando con i clacson di auto e moto nel rientro a casa. E anche nelle vie centrali gruppetti di irriducibili, non piegati dalla notte insonne, continuano a girare in auto sventolando bandiere e sciarpe all'indirizzo dei passanti.
GIORNALI A RUBA - Mentre gli uomini dell'azienda di nettezza urbana stanno provvedendo in questi minuti a ripulire le vie vicine a piazza del Duomo, dove c'era il maxischermo e dove si sono affollati migliaia di tifosi per tutta la notte lasciando sul terreno uno spesso tappeto di rifiuti vari, bottiglie e cocci di vetro, aste di bandiere, lattine e decine di bombolette vuote delle sirene sonore, spunta per le strade la categoria dei tifosi mattinieri. Questi ultimi in particolare hanno preso d'assalto le edicole, dove i giornali sportivi sono andati a ruba, così come sono esauriti in diverse edicole degli autogrill vicini alla città. E per finire, per le vie del centro, sono già apparsi i papà che hanno fatto indossare le magliette con i colori nerazzurri ai loro bimbi e li portano a passeggio, orgogliosi, mostrando loro le bandiere dell'Inter che spuntano da finestre e balconi.
L'INVASIONE - Una festa che era iniziata al triplice fischio dell'inglese Webb, con Zanetti ad alzare la Coppa dalle grandi orecchie al Santiago Bernabeu per il delirio dei 22 mila tifosi volati in Spagna e una Milano - sponda nerazzurra - completamente impazzita di gioia a sciamare per le sue strade dopo avere invaso Piazza Duomo, sin dal pomeriggio di ieri, con una marea colorata, chiassosa e festante. Marea che, a partire dalle 2, si è riversata su San Siro mentre un drappello, nutrito e corposo, si era spinto, già dalla mezzanotte, fino a Malpensa per onorare gli 'eroi' al loro arrivo da Madrid.
DOV'È MOU? - Decollato dall'aeroporto di Barajas, l'aereo interista è atterrato allo scalo varesino verso le 5: capitan Zanetti, sceso per primo dalla scaletta anteriore, ha mostrato la Coppa dei Campioni a fotografi e telecamere, seguito poi da tutto il resto della squadra e dello staff. Assenti il presidente Massimo Moratti - rimasto a Madrid con l'amico e sponsor, Marco Tronchetti Provera, e l'allenatore Jose Mourinho. Il tecnico di Setubal dovrebbe essere salito su un volo diretto a Milano diverso da quello dei giocatori e dedicato ai familiari, anche se non è escluso possa essere invece volato direttamente in Portogallo.
IL TRIPUDIO DI SAN SIRO - Nell'ultimo passaggio di una notte leggendaria, i giocatori nerazzurri si sono diretti allo stadio Meazza, dove sono stati accolti da circa 35 mila tifosi festanti, fuochi d'artificio e cori. In un tripudio di fumogeni e striscioni, la squadra - in un lungo giro di campo - ha presentato ai tifosi rimasti in Italia la Coppa dei Campioni, ricevendo applausi a scena aperta. Tra i giocatori più coccolati Milito, con indosso la maglia di Zanetti e lo stesso capitano che, rivolgendosi ai tifosi, ha ricordato come la squadra si sia meritata la vittoria finale, cercata con convinzione ma «non senza difficoltà, già dopo il successo negli ottavi di finale contro il Chelsea». Poco prima dell'ingresso in campo, alla notizia che alcuni calciatori non sarebbero giunti a San Siro perchè già in volo per raggiungere le rispettive nazionali attese dal Mondiale in Sudafrica, i tifosi nerazzurri hanno subissato di fischi le parole dello speaker. Giusto qualche secondo, per poi tornare a celebrare la vittoria di Madrid: una trentina di minuti, mentre il sole compare all'orizzonte, prima dei saluti finali e il 'rompete le righe' al termine di una nottata che nessuno, in casa Inter, potrà mai dimenticare.
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