E' ancora Josè Mourinho. Dopo il lungo silenzio stampa, ora che la stagione è finita il tecnico portoghese continua a rilasciare le dichiarazioni, e dopo quelle ad AS, oggi, arrivano quelle a TVl. Argomento centrale, la proposta del Real Madrid: "La sfida che mi propongono è eccitante perché tutti la danno già come perduta in partenza. Per me è una sfida dover giocare un torneo contro un Barcellona che fa 100 punti ed è un super-team. Cercare di vincere la Champions, che manca da otto anni, è un’ipotesi attraente. Jorge Mendes ha parlato con persone del Real Madrid, ma la decisione è mia. Devo vedere le condizioni che mi verranno proposte per realizzare il tutto". Poi, saluta l'Inter: "Non c’è nessuno motivo particolare per l’addio, ho le stesse ambizioni del club. La squadra ha giocato sempre rischiando, sia in Coppa Italia che in campionato, giocando spesso in situazioni precarie, ma è stato un bene perché la squadra ha sempre reagito bene e si è potuta preparare per l’impegno successivo con l’obiettivo di vincere. Il sogno piano piano è cresciuto il nostro sogno dopo l’eliminazione di Chelsea e Barcellona, due delle squadre favorite.
Abbiamo avuto la giusta ambizione che, unita alla fortuna necessaria, ci ha portato alla vittoria. Sapevo quasi al 100% che era la mia ultima partita e volevo dire addio nel migliore dei modi a gente come Zanetti, Cordoba, Materazzi… persone fantastiche". Parole bellissime anche per Diego Milito: "Come è possibile che questo giocatore era a Genova e Saragozza per così tanto tempo?! Questo ragazzo meritava di essere un grande club da tanto tempo. Noi, gli allenatori nel calcio europeo, siamo stati ciechi e abbiamo tenuto questo giocatore lontano da grandi club troppo a lungo. Ha più di 30 anni, ma può ancora dare molto". Il calcio italiano però non gli è piaciuto: "Ci sono tanti critici che agiscono come destabilizzanti. Il club non è molto amato in Italia, Milan e Juve hanno una maggiore rappresentanza. Siamo stati oggetto di molte pressioni. Dovevamo chiudere la rincorsa al campionato molto prima rispetto all’ultima giornata".
Josè sarà eletto come miglior allenatore, ecco le sensazioni: "La sensazione è la stessa per essere campione una volte come per esserlo tre o cinque.. Il giorno della partita era come il giorno a Gelsenkirchen. Il mio corpo ha reagito allo stesso modo. Mi sento a mio agio durante la partita e la felicità era la stessa, ma dimostrata in maniera diversa". Poi, si parla delle stelle del Real Madrid, in testa Cristiano Ronaldo, ma Mou ha le idee chiare e nerazzurre: "Le stelle sono i giocatori dell’Inter, che sono Campioni d’Europa. Le stelle non sono i giocatori del Real. Le stelle sono le squadre, non i giocatori o gli allenatori. Cristiano sa che ha tutto il mio sostegno. Abbiamo eliminato la rivale del Real e c’è tra noi un rapporto di rispetto", ha concluso.