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Bayern-Inter, -2: Motta e Ribery, due mancati protagonisti della finale

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Entrambi espulsi per motivi diametralmente opposti, vedranno dalla tribuna la tanto desiderata finale
© foto di Federico De Luca

La Finale di Champions League è senza ombra di dubbio la partita che tutti i calciatori vorrebbero giocare. Pagherebbero oro di tasca propria pur di essere in campo, ma a volte, causa di forza maggiore, come infortuni o squalifiche, giuste o ingiuste che siano, gli viene preclusa tale possibilità. Quest’anno non ci saranno eccezioni per due calciatori di Inter e Bayern Monaco, ovvero Thiago Motta e Frank Ribery. Entrambi espulsi, entrambi importanti per gli scacchieri tattici di Josè Mourinho e Louis Van Gaal. Due esclusi doc per due espulsioni diametralmente differenti; se tutti gli addetti ai lavori hanno ritenuto esagerato il rosso di Motta, aggravato dal fatto che Sergio Busquets recitasse meglio di un fresco Premio Oscar come ‘Miglior attore cascatore’, lo stesso non si può certo dire per Frank Ribery.

Giocatore straordinario, nulla da obiettare, ma ogni tanto anche lui esce dal seminato. Intervento pericoloso sull’attaccante del Lione Lisandro Lopez, rosso diretto e tre giornate di squalifica, confermate anche qualche giorno fa dal TAS di Losanna, dopo che i bavaresi avevano cercato disperatamente di riaverlo per la finale. Il francese ha pagato il brutto gesto in un periodo non semplice per lui, quando si intensificavano le voci sullo scandalo dei rapporti sessuali con Zahia Dehar. Anche la società interista aveva chiesto la revoca della squalifica all’Italo-brasiliano, sentitosi preso per i fondelli dal gesto da consumato attore di Busquets.

Due assenze importanti, non c’è che dire. Thiago Motta aveva iniziato bene la sua avventura in nerazzurro, garantendo buon dinamismo e giocate importanti negli spazi brevi, come nel derby di agosto. I guai fisici ne condizionano però le prestazioni con il trascorrere della stagione; Thiago si ferma a Cagliari ed il suo rientro un mese dopo, a fine ottobre, segna l’inizio delle sue prestazioni altalenanti, fino alla notte del 24 febbraio, gara d’andata con il Chelsea. Motta entra in campo un po’ a sorpresa, perché non viene da un buon periodo e per affrontare autentici giganti come Ballack e Lampard serve gente al 100% a livello fisico. Il centrocampista non sbaglia, la sua buona gara è poi replicata a Londra in maniera esemplare. Corre, gestisce, recupera e si rende vivo in fase gol, sfiorando la segnatura di testa.

Thiago entra al meglio negli schemi di Mourinho. Fornisce buone prove in campionato e all’andata a Milano, con il Barcellona, è uno dei migliori in campo. Ironia del destino, prima della gara di ritorno a Barcellona, aveva detto di fare attenzione ai giocatori del Barça perché cascatori. L'ex Genoa è purtroppo caduto nella trappola, una trappola che non gli farà giocare la finale del Madrid. Mourinho lo saprà sostituire al meglio: che sia Stankovic o Zanetti a giocare a centrocampo al suo posto, Thiago non rimarrà deluso, i compagni giocheranno anche per lui.

Ribery è un talento straordinario. Giocatore importante per i destini di questo Bayern, in coppa e in campionato. Non segna molto il francese, solo 7 i gol quest’anno in 30 gare, ma è tremendamente utile alla causa, giocando sulla sinistra dove si può accentrare e mettere palloni interessanti oppure andare direttamente alla conclusione. Non è dunque un mistero se tutte le big d’Europa lo seguano. Anche l’Inter lo ha fatto in passato, cosa molto gradita al francese che volle ringraziare telefonicamente il presidente Massimo Moratti. Van Gaal ha detto che il destino dei tedeschi non ruota intorno alla sua assenza (al suo posto Altintop, meno dinamico del Bleu), ma in ogni caso è inutile ignorare la mancanza di uno degli uomini di spicco della squadra di Van Gaal, un pericolo in meno per i nerazzurri, che dovranno vedersi bene dal gemello mancino Robben.

Insomma, strade diverse per due destini identici, quelli di Thiago Motta e Ribery, che non hanno il permesso di entrare attivamente alla festa di Madrid, una festa alla quale tutti i campioni vorrebbero partecipare, ma che loro seguiranno solo dall'esterno, sperando di correre ad abbracciare i compagni a fine partita.

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