La questione "Mourinho al Real Madrid" suona strana, talmente esibita, strombazzata, perfino pubblicizzata dal Real e dallo stesso protagonista che si stenta a credere sia veramente a questo punto. E cioè che Mourinho, dopo la finale di Champions League di sabato, molli veramente tutto, l'Inter e soprattutto il calcio italiano che tanto detesta, e parta per Madrid. E suona molto strano anche che la vicenda sia praticamente il seguito dello scorso anno, quando Mourinho disse che sarebbe rimasto all'Inter al 99% fino a quando Moratti gli strappò il 100% con un paio di milioncini a riempire il piccolo vuoto d'incertezza. Che Mou finisca prima o poi al Real Madrid è molto probabile, ma che ci vada domenica prossima continuo a trovarlo, comunque, incredibile. Se finisse veramente così, se cioè Mourinho annunciasse il suo passaggio al Real subito dopo la finale di Champions, beh vorrà dire che in questi giorni ha intensamente lavorato - lui e il suo procuratore s'intende - per far vincere l'Inter ma anche per abbandonarla subito dopo. E a me non sembrerebbe proprio carino, anzi... Eppure il calcio intero trova tutto questo, normale, logico, scontato, non si fa domande.
La vicenda "Mourinho al Real Madrid" - addirittura già si parla del nuovo allenatore dell'Inter andando da Capello a Mihajlovic... - è strettamente connessa alla finale di Madrid contro il Bayern Monaco: non si è mai visto che prima di una partita del genere, la più importante per l'Inter da 45 anni a questa parte, la partita delle partite in quasi mezzo secolo di storia nerazzurra, si discuta così a fondo della probabile, anzi sicura dicono, partenza del suo allenatore. E su chi prendere dopo di lui già da domenica. Certo a Lippi 4 anni fa col Mondiale di Germania successe più o meno la stessa cosa, vinse dopo aver già annunciato l'addio ai suoi stessi dirigenti. Ma non sbandierò accordi con un'altra nazionale o un club, rimase fermo. Il messaggio anche abbastanza esplicito che ci sta dando Mourinho, a 48 ore dall'evento, è più o meno questo: vinco e me ne vado. Vinci? Te ne vai? E ne parliamo adesso?
La vicenda è talmente grossa e incredibile, da far sorgere dei dubbi sulla sua stessa inevitabilità. Forse Mourinho cavalca l'interessamento del Real e lo asseconda perché questo fa parte della sua strategia, ormai consolidata. Sfrutta le vicende personali e le polemiche che continuamente lo investono per fare da parafulmine alla squadra, perché i giocatori non abbiano distrazioni e al tempo stesso tenere alta la temperatura dello scontro. Tutto ciò fa parte di un piano? Né più né meno come mettere Pandev o Balotelli? Uno si fa venire dei dubbi, perché non è facile convincersi che sia tutto vero...
In ogni caso tutto questo, che sia un piano strategico di Mou o che veramente vada al Real al 100%, mi sembra molto rischioso. La sensazione che si ricava da quando il campionato è finito è che l'Inter abbia già la Champions League in tasca. Come si fosse sicuri della superiorità dell'Inter nei confronti del Bayern. Come se il destino passasse per intero attraverso il suo leader e non prima attraverso i giocatori che quella Coppa dovranno faticare e soffrire: senza alcuna certezza tra l'altro di averla già conquistata. Lo stesso evolversi della questione "Mourinho al Real Madrid" conferma nella sostanza questa quasi certezza. Il Real Madrid sta cioè correndo a prendere il miglior allenatore in circolazione, è disposto a pagarlo quello che vuole, perfino la penale che c'è da saldare all'Inter, per ingaggiarlo. La valutazione di un allenatore certamente non può cambiare in base al risultato di una finale di Champions League - ha fatto comunque il massimo e rimane un grandissimo, sia che vinca o che perda - però è chiaro che comunque il risultato della finale cambia le cose e i destini. E potrebbe cambiare, secondo me, anche quello di Mourinho: non sai mai cosa lascia una finale del genere, che sviluppi può avere.
Come al solito, nessuno mette in discussione Mourinho come allenatore e come leader di un gruppo, nessuno mette in discussione i suoi indiscutibili risultati: è quanto gli succede (e fa succedere...) intorno che lascia interdetti. Tutti dicono, probabilmente con una certa ragione: se Mourinho vincesse la Champions League porterebbe l'Inter a un risultato storico, la condurrebbe a riconquistare il trofeo più importante dopo 45 anni, conquisterebbe in una stagione, per la prima volta nella storia del calcio italiano i tre tornei più importanti (Champions League, Scudetto e Coppa Italia) e quindi non avrebbe più nulla da ottenere dall'Inter. A quel punto potrebbe solo andare via. Ma nessuno ha ricordato al portoghese due o tre dettagli, altre possibili imprese che qualora se ne andasse dovrebbe ricominciare da capo, come nei livelli di un video-gioco: la Coppa Intercontinentale che già non disputò col Porto nel 2004 in quanto rescisse il contratto subito dopo la vittoria in Champions per andare al Chelsea, la possibilità di conquistare il sesto e magari un settimo scudetto consecutivo con l'Inter (mai riuscito a nessuno nella centenaria storia del football italiano) e soprattutto la possibilità di fare il bis con l'Inter in Champions League, altra impresa storica. Sono venti anni esatti che nessuno riesce a fare la doppietta di Coppa dei Campioni: l'ultima volta capitò al Milan di Sacchi, nell''89 e poi nel '90.
Insomma se Mou volesse restare avrebbe tutte gli stimoli che vuole, l'alibi che all'Inter non avrebbe più altro da vincere non regge: restare fornirebbe stimoli tanti quanti ne fornirebbe il rilancio del Real Madrid. E questo ragionamento parte dalla base che l'Inter la vinca la finale di Champions. Se non succedesse, a maggior ragione, possibile che Mou molli? Possibile che il calcio italiano gli stia così sullo stomaco per mollarlo dopo essere arrivato a un passo dal paradiso?
Detto questo dove andrà e cosa farà Mourinho dovrebbe vedersi dopo, l'importante adesso è altro.