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La Grande Inter si paragona a quella di oggi

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Il Corriere dello Sport ha fatto un parallelo tra la squadra nerazzurra di oggi e quella storica, la Grande Inter, la cui formazione viene oggi recitata come una sorta di cantilena. Erano loro in campo, 45 anni fa, a vincere l’ultima Coppa dei Campioni nel diluvio di Milano contro il Benfica. Sarti, Burgnich, Faccetti, Bedin, Guarneri, Picchi, Jair, Mazzola, Peirò, Suarez, Corso sono stati raggiunti dal Corriere dello Sport, che li ha messi a confronto con l’undici odierno. LaGrande Inter di ieri, inoltre ha parlato dell’ultima Champions vinta, a Milano nel 1965 contro il Benfica, unanimemente definita come gara bruttina, facendo inoltre un augurio agli uomini di Mourinho. Non manca il parallelismo tra Helenio Herrera e Josè Mourinho, come sottolinea la vedova del Mago, la signora Fiora Gandolfi: “Helenio e Josè avevano la stessa personalità e difendevano al meglio la squadra”.

I grandi di ieri hanno tessuto le lodi di quelli di oggi, a cominciare dal portiere Giuliano Sarti, che ha detto su Julio Cesar: “La sua grande qualità è la costanza di rendimento. Ha avuto anche lui un periodo di appannamento ma tutto sommato l’Inter è al sicuro con lui in porta. I nerazzurri sono una grande squadra e la Champions potrebbe essere la ciliegina sulla torta”. Tarcisio Burgnich invece parla di Maicon e delle due squadre: “Difensivamente non è un fenomeno ma quando si tratta di spingere lo fa meglio di un’ala d’attacco. Io ero marcatore, lui invece trascina la squadra e può giocare contro chiunque. L’Inter di oggi e quella mia si somigliano molto. Entrambe sono formate da un grande gruppo di uomini”. Gianfelice Facchetti, figlio dell’indimenticato Giacinto, paragona il padre al capitano, Javier Zanetti: “Merita di vincere e sollevare la Coppa come mio padre. E’ un esempio per tutti e sta scrivendo la storia dell’Inter. Si merita il trionfo europeo”.

Gianfranco Bedin si dice onorato dal confronto con Dejan Stankovic: “Sono molto onorato dal paragone con Stankovic, un grande giocatore, capitano della Serbia e giocatore di livello mondiale. Spero che faccia qualche gol dei suoi. Della mia finale ricordo che riuscì a limitare Eusebio grazie ad un grande lavoro di squadra. Zanetti e compagni meritano questo trionfo”. Aristide Guarneri si rivede in Walter Samuel: “Ci somigliamo parecchio specie nella caratteristiche fisiche e nel gioco aereo. Samuel è un muro, uno dei migliori al mondo”. Arrivano poi i complimenti alla squadra: “Un grande gruppo quello di Mourinho, come il nostro. Sono molto attaccati alla maglia. La nostra finale fu bruttina, ma trovammo il gol e lo difendemmo. Spero che accada così anche sabato”. Leo Picchi, figlio del grande capitano di quella squadra, ricorda il genitore Armando, in un confronto con Lucio: “Hanno la stessa luce negli occhi. Sin dal primo momento che ho visto il brasiliano ho rivisto mio padre. Sono pressoché uguali. Affabili e gentili al di fuori del campo, due furie dentro. Mio padre sarebbe rimasto senz’altro felice di questa talentuosa squadra”.

Si chiude con il quintetto di talento; si parte dall’ala Jair, autore del gol decisivo a Milano contro il Benfica, nel maggio 1965: “Auguro a Balotelli o Pandev di essere decisivi. Sono molto diversi da me, visto che sono delle vere e proprie punte. Auguro di fare una grande gara, indistintamente da chi giocherà. Spero che l’Inter coroni una grande stagione vincendo sabato”. Sandrino Mazzola parla invece di Wesley Sneijder: “Sneijder mi piace molto, ha velocità e tecnica, ma io ero più offensivo di lui. Le sue doti tecniche migliori sono il tiro, forte e preciso, ed è abile a servire i compagni con ottimi palloni.Sono due squadre, la nostra e la loro, molto forti, con la stessa determinazione, ma è difficile fare paralleli tra i calciatori”. Joaquin Peirò tifa per Milito: “Faccio il tifo per Diego. L’ho sempre seguito, sia in Spagna che in Italia. Merita di segnare il gol decisivo e l’Inter merita di vincere questa coppa, di imitarci”.

Luisito Suarez invece parla di Esteban Cambiasso, metronomo nerazzurro: “Quando ero in Spagna, al Barcellona, giocavo alla Sneijder, in Italia sono arretrato e giocavo come fa oggi Cambiasso. E’ un grande giocatore, gestisce al meglio la squadra. Spero che i nerazzurri coronino con questa coppa questa grande stagione”. In chiusura, Mario Corso ha parlato di Samuel Eto’o: “Io ero ala, lui è una punta. Mourinho lo ha adattato a giocare più dietro ma garantisce sempre gol e corsa. Elementi importanti per la squadra, così come l’equilibrio tattico che garantisce. L’Inter è una squadra di primissimo livello. Spero che sabato vinca la coppa”.

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