Milano, 29 settembre – What is ‘crisi’? Sabato sera l’Inter di Benitez sembrava al limite di un precipizio, a causa di un gol subito al 92’. Dopo il mercoledì di Champions è lecito attendersi le fanfare in onore dei campioni d’Europa in carica, capaci di schiantare il temibile Werder Brema, giustiziere della Sampdoria, in poco più di mezz’ora. Il punteggio, 4-0, è persino bugiardo alla luce di quanto i nerazzurri hanno creato in attacco, pur privi di Milito ma con un Eto’o incontenibile. Tutto perfetto, dunque (infortunio di Lucio a parte), con il primato in Europa che si affianca a quello italiano e che permette di mantenere le sane abitudini.
LARGO AI GIOVANI – Quando due dei tuoi attaccanti titolari sono costretti a saltare l’esordio casalingo in Champions League, cosa c’è di meglio che lanciare due ragazzini al loro posto? Professor Rafa fa di necessità virtù e, privo di due pedine fondamentali, si affida alla sfrontatezza di Coutinho e Biabiany, 40 anni in coppia. Non male, considerata l’importanza dell’incontro. Linea verde pur di non snaturare la formula magica del 4-2-3-1 dunque per il tecnico spagnolo, che dimostra di avere coraggio, senza dubbio. Forse però neanche Benitez si aspetta di sudare freddo due volte nei primi 4 minuti, sempre per ‘colpa’ di Hugo Almeida (prima pallonetto salvato da Lucio, poi risposta di Julio Cesar su punizione). Poi però è il tifoso nerazzurro a strapparsi i capelli, prima su un colpo di testa di testa a colpo sicuro che Coutinho manda fuori, poi su un grande intervento di Wiese in disperata uscita su Sneijder. Di certo, si tratta di 10 minuti molto divertenti.
TANTO CI PENSA LUI – Alla faccia dell’emozione, Coutinho e Biabiany giocano con la faccia tosta e la voglia che Rafa si sarebbe aspettato da loro. Il francese quando si mette in moto diventa imprendibile, ma soffre un po’ quando riceve da fermo. Bene, molto bene il brasiliano, largo a sinistra, capace di fare sempre la cosa giusta senza strafare. Entrambi contribuiscono al buon avvio nerazzurro, che al 15’ vanta il 70% del possesso palla, ma nessun gol. Ma lo spauracchio Almeida è sempre in agguato e al 19’ manca la deviazione sotto porta su assist godibilissimo di Borowski dalla destra. E siccome la legge del calcio vale anche in Champions League, ecco al 21’ il ‘solito’ gol di Eto’o, che approfitta di un rimpallo e beffa Wiese in uscita. Rete meritata, quella del camerunense, anche se dietro l’Inter non brilla certo più dei tedeschi.
E CI RIPENSA SEMPRE LUI – Quasi non pago, Eto’o replica al 27’, stoppando magnificamente un lancio dalle retrovie di Lucio e battendo l’estremo difensore del Werder per la seconda volta. Un autentico show, che conferma la fragilità difensiva della squadra di Schaaf e premia la rapidità offensiva dei nerazzurri, ormai padroni del campo quando non si è giocato neanche un terzo di partita. Non è un caso se nell’ordine Stankovic (colpo di reni di Wiese), Eto’o e Sneijder manchino il terzo gol, che però è nell’aria: al 34’ il camerunense serve l’olandese, tocco sotto e 3-0. L’Inter gioca come se fosse alla Playstation e il pubblico di casa si sente in Paradiso.
LA NOTA STONATA - Nella ripresa continuano a fioccare le occasioni, con Castellazzi (subentrato a Julio Cesar in onore del turn over) bravissimo su Wesley, e Coutinho frenato da Wiese. L’idea di fondo è che i nerazzurri abbiano intenzione di regalarsi altri 45 minuti di divertimento, stavolta fine a sé stesso. Anche temendo ciò Shaaf organizza meglio la retroguardia piazzando Pasanen a destra e chiamando in panca Borowski.Può esserci una nota stonata in questa magnifica serata di calcio nerazzurro? Ebbene sì: al 62’ Lucio è costretto a uscire in barella e al suo posto torna in campo Santon, con Chivu dirottato in mezzo alla difesa. La speranza è che il brasiliano non debba patire a lungo questo infortunio al ginocchio. Un grosso aiuto alla truppa di Brema lo dà la Juventus, perché consapevole dell’impegno delicato di domenica sera Benitez invita i suoi a rallentare e limitarsi a qualche scorribanda, al fine di risparmiare energie preziosissime.
IL POKER E’ SERVITO - All’80’, poi, Rafa abbassa ulteriormente l’età media della squadra, concedendo la passerella europea a Joel Obi: in pratica, i quattro baby talenti nerazzurri sono in campo contemporaneamente, ma il dato viene messo in secondo piano dal quarto gol, ancora (guarda caso) di Eto’o: assist di Sneijder e pallone accompagnato fino in porta dopo aver saltato Wiese. Bellissimo epilogo di una serata difficile da dimenticare, e non solo per il camerunense.